Paternità

Quanto è importante un padre per la vita di un figlio?

di don Gianluca Coppola

Prima di partecipare alla celebrazione del mio diaconato, ultimo passo prima del sacerdozio, ho incrociato gli occhi di mio padre. È bastato quell’attimo per ritrovarmi e rinascere alla nuova vita da consacrato e padre di una moltitudine di figli.

In un paio di occhi lucidi e profondi ho scoperto chi sono. Erano gli occhi di mio padre. Il 7 ottobre del 2011, più o meno le tre del pomeriggio, sperimentai in maniera concreta la Grazia straripante. Prima del sigillo al miracolo – passato per il mio consenso – che ha cambiato la mia vita. Erano le ore immediatamente precedenti alla mia ordinazione diaconale, di lì a poco la mia vita non sarebbe più stata la stessa. Mai più. Il sigillo dell’Ordine Sacro, facendo irruzione attraverso la potente azione dello Spirito Santo, avrebbe cambiato per sempre la mia persona e la mia esistenza.

L’ordine sacro inizia con il grado del diaconato transuente che è a sua volta l’inizio definitivo di una vita da celibe. Stavo per dire il mio primo sì alla vita da consacrato.
Avevo paura. La paura era dietro ogni angolo dei miei pensieri e nascosta in ogni gesto. Sentivo qualcosa stringermi insieme al forte senso di inadeguatezza.I pensieri seguivano sentieri paradossali e non la smettevano né di tormentarmi né di rimproverarmi.

Erano anni che non guardavo negli occhi mio padre. Che non cercavo quello sguardo che mi ha insegnato la sicurezza, la possibilità e la tenacia. Lo incrociai, lo cercai, ci caddi dentro per buttarmi fra le sue braccia. Furono lunghi minuti di tenerezza. Come l’abbraccio di Dio, che è Padre. Fu un momento di guarigione interiore fortissima. Mi svincolai da quella stretta per stare solo con la forza di un leone e con la sensazione di aver ricevuto un amore che non avrei mai trovato altrove.

La tenerezza di un padre è un elemento unico è indispensabile nella vita di un uomo. È lì che l’uomo riscopre se stesso e la sua mascolinità. Sì, sembra assurdo ma attraverso la tenerezza del padre il bambino, il ragazzo, l’adulto scopre se stesso e il suo posto nel mondo. Come sarebbe possibile ciò con dei genitori omosessuali, in una famiglia formata da due mamme o da due papà?! Non si può fare a meno di paternità e maternità! Io quel giorno scoprii ancora una volta di essere uomo e di potercela fare. Un gesto di tenerezza vigorosa mi diede la forza di affrontare la più grande decisione della mia vita: diventare sacerdote di Cristo, padre di una moltitudine senza avere figli “miei”.

Oggi molti papà sono assenti o pensano di poter amare i propri figli con soldi e regali. Basta lavorare e portare soldi e coseed ecco la paternità. O basta qualche lavoretto a casa per aver difeso la paternità nella parità. Ma un abbraccio, gestotra l’altro gratuito, vale molto di più di mille doni. La presenza vale molto di più dell’apparenza di gesti vuoti.

Quante volte hai desiderato l’abbraccio di un uomo? Non c’è niente di imbarazzante se quell’uomo è tuo padre. Tanti papà non capiscono la potenza delle loro braccia e delle loro mani. Esse non sono create soltanto per lavorare e smanettare il cellulare.Esse hanno un potere enorme: possono guarire i figli dalla paura della vita! Quanti figli bramano quell’abbraccio, quelle braccia, quelle mani? Molti, ahimè li cercheranno per tutta la vita e spesso cadranno nelle braccia sbagliate. Se oggi desideri quell’abbraccio, non esitare, insegnalo tu a tuo padre che possiede un potere di guarigione. Costringilo ad amarti. Come non possiamo fare a meno dell’amore di una madre, non possiamo fare a meno dell’amore di un padre. Mio padre quel giorno di tanti anni fa, mi diede equilibrio.Quello che mi mancava in quelmomento.

La serenità come l’equilibrio esiste ed è frutto di autodisciplina, farcita di sforzi. Tanti. Anche perché in questo mondo moderno costruito sul pessimismo e l’ansia, l’ottimismo può essere solo qualcosa da ricreare con autodisciplina.D’altronde, se non ci credi non ci provi.

Chi ha scoperto nuove terre, inventato l’inevitabile, trovato la cura a mali terribili? Gli ottimisti che osano. Certo, un po’ di sano pessimismo ci serve per salvaguardare la sopravvivenza. Ma, per passare dalla sopravvivenza alla Vita (auto citazione), ci vuole una buona dose di Speranza. Un po’ come con le mamme. Quelle che non sono semplicemente “fobiche”, ma giustamente solo un po’ ansiose, ci hanno insegnato la virtù della Prudenza. Ad avere cura di salute e serenità. Eppure,l’educazione privata del compito del padre cresce degli adulti a metà. Ogni uomo e donna ha bisogno della paternità che insegna l’etica, la lealtà, il coraggio, la tenacia. E, permettimelo, se oggi siamo una società spaventata e inconcludente, oltre che ansiosa, è perché la paternità e i suoi principi si sono persi. Sono stati maltrattati. Non è rimasto più nessuno – quasi come se fosse un reato – ad avere spalle dritte e il coraggio di prendere la vita di petto. Oggi chi ha coraggio è considerato come vittima della sindrome dell’eroe. Veniamo al mondo pesando circa tre chili e mezzo e sfioriamo la metà di un metro perché ci siano un uomo e una donna capaci di prenderci in braccio e nutrirci, coccolarci, scaldarci, fino a renderci capaci di assumerci la responsabilità delle scelte che ci riguardano. Ognuno dei due ha un compito.

È il padre che dice quei “no” grazie ai quali cresce e si forma la capacità di sopportare le frustrazioni. Cioè la strada per diventare forti. Ogni padre degno di questo ruolo ha fede nella forza dei propri figli e gli insegna, così, che non si sta al mondo bene solo se in condizioni perfette e se si è perfetti.I più grandi della storia sono stati stimolati dalla frustrazione legata a un certo aspetto della propria vita. Da un sano, e non ottuso, “no” ricevuto dalla vita e dall’educazione.

Non potete capire quanto bene può fare una paternità forte e tenera, dedicata alla trasmissione di principi forti. E che non cresce i frustati, i viziati, e quindi gli arrabbiati, di domani. Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose e disgraziate evenienze aumenta il livello di ansia dei figli.Quando il padre non c’è più i figli non dormono di notte.Le società dove maschile e femminile si equivalgono non credono più nella libertà, nella vita e nella capacità di difendere.

E oggi in un mondo che paga il conto dell’aver messo Dio in periferia, sembra urgente guardare a San Giuseppe come a un modello di paternità. San Giuseppe ci ha insegnato cosa vuol dire essere padre e sposo in una famiglia: disponibilità ad ascoltare la volontà di Dio, vivere fedelmente il sacramento del matrimonio secondo il progetto divino, dimostrare una cura per l’altro capace di grande sacrificio.Era un falegname, quindi un uomo forte. Ed esercitò la sua forza nel difendere il figlio di Dio che gli era stato affidato e nel sacrificio di non poter amare Maria nelle forme in cui naturalmente si esprime l’amore di un uomo per una donna.Dobbiamo guardare a San Giuseppe perché nel suo esempio restituisca a questo mondo la paternità nella sua interezza. In un tempo che ha ucciso il padre, dobbiamo riportarlo in vita perché ne abbiamo bisogno. In tutti i sensi.

Ai papà perché siano tenere, tenaci, instancabili guide. Ai figli perché costringano i padri ad essere tali.




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