CORRISPONDENZA FAMILIARE

Quando Gesù chiama. I desideri e le paure

26 Aprile 2021

religiosa

Che valore hanno i consacrati oggi? Don Silvio: “Il protagonismo dei laici e degli sposi, di cui io sono un convinto promotore, non toglie né attenua la necessità di avere consacrati che, con il loro stile di vita, annunciano il primato di Dio e incoraggiano tutti i battezzati a camminare nei sentieri della santità. Per questo, vi chiedo di pregare per le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale”.

Cari amici,

nella Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni ho avuto la gioia di accogliere e benedire tre giovani che hanno manifestato pubblicamente il desiderio di consacrare al Signore tutta la loro vita. Pur avendo già compiuto un tempo significativo di discernimento vocazionale, sono ancora all’inizio del cammino formativo ed hanno tanti passi da fare. Eppure l’ingenuità con cui si sono presentati dinanzi al Signore non può che commuovere. Tutto questo è avvenuto in Burkina Faso, dove attualmente mi trovo in visita ad una missione della Fraternità di Emmaus. 

Il protagonismo dei laici e degli sposi, di cui io sono un convinto promotore, non toglie né attenua la necessità di avere consacrati che, con il loro stile di vita, annunciano il primato di Dio e incoraggiano tutti i battezzati a camminare nei sentieri della santità. Per questo, vi chiedo di pregare per le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale. Una preghiera convinta e assidua che si traduce in gesti precisi. Per accompagnare e sostenere il vostro impegno orante, condivido con voi una lettera scritta ad una giovane che percepisce con chiarezza la chiamata di Dio ma sente anche la paura di rispondere. La lettera contiene anche una preghiera che potete utilizzare per accompagnare il faticoso e luminoso tempo del discernimento. 

«Mia cara Giulia,

quando Dio entra nella vita con tutta la sua luce i giorni assumono un’altra veste e altri colori, giorni di grazia ma anche di trepidazione perché senti tutta la responsabilità di rispondere alla chiamata ricevuta. Questa coscienza accompagna tutta la vita ma è particolarmente presente nella fase che ti trovi a vivere. 

Voglio rassicurarti. Vivere una relazione esclusiva con Gesù non è un desiderio egoistico. Forse può apparire tale nella fase embrionale di questa grande avventura perché ti sembra di vedere Lui solo, tutto il resto è come sfocato ai tuoi occhi. In realtà quest’esperienza è solo la premessa di una storia in cui, nella giusta misura, entreranno anche gli altri. Gesù ci chiama a stare con Lui per gustare la forza del suo Amore che risana ogni ferita; poi ci invia nel mondo, ci chiede di stare in mezzo ai fratelli e di portare con loro la fatica della vita. Stare con Gesù significa condividere il suo sguardo colmo di compassione per l’umanità sfinita. 

Non aver paura di amarlo con tutta te stessa. Ricorda però che desideri e paure s’intrecciano continuamente. Quanto più grandi sono i desideri, tanto più grandi sono anche le paure. Questa lotta accompagna tutta la vita ma è percepita con maggiore ansia nello stadio iniziale di un’esperienza amorosa. Ti spaventa questo intreccio misterioso di luci e ombre, non sempre riesci a districare i desideri e le paure. Non temere, Dio permette tutto questo perché vuole condurti ad una scelta consapevole. 

Leggi anche: Famiglia e vocazione, un binomio da riscrivere

Non aver paura se quel Gesù che oggi ti attira, un domani potrà apparire silenzioso, fino a nascondersi. Poco prima della professione Teresa (santa Teresa di Lisieux, ndr) scrive: “Il mio Fidanzato non mi dice nulla e neppure io gli dico nulla, se non che io l’amo più di me stessa, e sento in fondo al cuore che è vero, poiché appartengo più a Lui che a me!” (LT 110). È questa la prova dell’amore. 

Non aver paura quando ti accorgi che gli altri non capiscono le tue scelte. Non possono capire. A loro sembrerà che tu sei entrata in una zona d’ombra. Tu invece hai scoperto uno spazio luminoso. Tu solo lo sai e quelli che, insieme a te, hanno fatto esperienza di Dio. La gente non conosce che significa stare “faccia a faccia” con Dio. Anche i buoni credenti. Talvolta anche i preti… Il Signore ci guida per sentieri sconosciuti alla ragione. 

Mi scrivi che il legame che sperimenti con Gesù è “terribile e dolcissimo insieme!”. La fede è gioia e tormento, come scrive David Maria Turoldo in questa suggestiva poesia:

“Dio, sei il mio respiro / e non so chi tu sia: / lo dica qualcuno, dica / almeno cosa sei, o Ruakh? / Dio, ho paura di urtarti: / e non so ove tu sia, / dove incontrarti. / Dio, ho paura e ti amo / perché mi salvi da ogni paura: / Dio, mia pace e mia / terribile Notte. Dio vicino assente lontano, / io ti parlo e tu… / O tu che conti le stelle nei cieli, / e gli uccelli nelle foreste, / e i viventi del fondo mare, / chi sei?” (Dio, sei. In O sensi miei…, 473).

La lista delle paure si allunga per insegnarti a crescere nella fiducia. “Se hai paura di Dio, tuffati in Dio con l’amore”, scrive Sant’Agostino. Non temere, in questo cammino non sei sola, tante persone pregano per te. Anche gli angeli in Cielo fanno il tifo per te e attendono con ansia il tuo eccomi

Nell’adorazione ho consegnato al Signore i tuoi desideri e le tue paure e gli ho chiesto di continuare l’opera che ha iniziato in te. Ho scritto questa preghiera che ora ti consegno. 

Padre buono e santo, ti affido Giulia, la sua vocazione è un fiore delicato, germogliato in mezzo alle spine dell’amore. Ha conservato lo sguardo innocente di una bambina, porta nel cuore un profondo e sincero desiderio di Te, desidera amarti e servirti con tutte le sue forze. Le sue domande sono legittime, le sue paure appartengono all’umana natura. È ribelle per carattere ma vuole conquistare la docilità. Ha lottato per ottenere una sostanziale autonomia ma è disposta ad imparare la difficile arte dell’obbedienza. Conosce i suoi limiti ed ha paura di non farcela. Conosce i suoi errori e teme di non meritare quella veste che Tu le vuoi donare. 

Ti prego, Padre santo, mostrale il tuo volto di Misericordia, fa’ che contemplando la Croce di Gesù, possa sentirsi amata, teneramente amata, infinitamente amata. Vinci con il tuo amore tutte le sue paure e donale di iniziare la sua corsa da gigante, sulle orme di Teresa. 

Sei Tu che chiami, sei Tu che scrivi nel fragile cuore di una creatura parole misteriose e indicibili, sei Tu che susciti desideri impossibili, sei Tu che doni la forza di realizzarli. Tu solo puoi compiere meraviglie, Dio dell’impossibile. 

Noi possiamo solo accompagnare la tua opera, aiutare a distinguere la tua Voce dagli abbagli umani e dare il necessario sostegno quando i dubbi e le paure rendono più faticoso il cammino. Possiamo e dobbiamo testimoniare la gioia che nasce dallo stare con Te e dal vivere con totalità al servizio del Vangelo, lasciandoci consumare dall’amore. 

Donaci di fare la nostra parte perché la tua luce possa risplendere e dona a Giulia di fare la sua parte perché la tua volontà si compia. Amen 

Quando ha fatto il suo ingresso in noviziato, Teresa aveva già deciso che tutto doveva essere donato a Lui: “Egli vuole che tutto sia per Lui! Ebbene, tutto sarà per Lui, tutto, anche quando sentirò di non aver nulla da potergli offrire: allora, come questa sera, Gli darò questo niente!…” (LT 76). Ed è quello che chiedo per te. 

Don Silvio 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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