I diritti della donna? Sì, ma perché il bambino non ha alcun diritto?

pillola

Alle giovani generazioni è stato trasmesso il diritto di avere (a tutti i costi) dei “diritti” intoccabili e indiscutibili, ma non si è fatto loro un gran favore. L’educazione in famiglia ha un peso determinante per la comprensione del valore umano della vita nascente già dal primo stadio di sviluppo, per non trasformarla, come ripete Papa Francesco, in uno scarto senza valore.

Il Consiglio di Stato ha bocciato, martedì 3 maggio, un ricorso presentato da molte associazioni pro-life e da Pro Vita & Famiglia, sulla liceità della vendita in farmacia della “pillola dei cinque giorni dopo” alle minorenni senza prescrizione medica.

Infatti nel 2020, in piena pandemia da Covid, l’Agenzia Italiana del Farmaco prese la decisione che la “pillola dei cinque giorni dopo” (EllaOne) possa essere venduta alle minorenni senza prescrizione medica. La molecola di questa pillola, che come dice la definizione può essere assunta fino a 5 giorni dopo un rapporto sessuale, è dello stesso gruppo farmacologico della pillola abortiva RU486. Il suo principio attivo è l’Ulipristal acetato, simile nel funzionamento al Mifepristone della pillola abortiva RU 486.

Se assunta dopo l’ovulazione può impedire l’annidamento nell’utero di un embrione già concepito causandone la morte. Dunque si permette alle minorenni di assumere un prodotto potenzialmente abortivo escludendo del tutto la famiglia e anche l’assistenza di un medico. Le associazioni pro life hanno fatto ricorso a questa decisione ma i giudici hanno confermato l’esclusione della famiglia e del medico da una vicenda così delicata. Da quando nel lontano 1975 la Corte Costituzionale affermò che fra la donna (madre) e l’embrione umano-feto a prevalere è il diritto della donna, non ci si è più fermati. 

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Tutti i diritti da una parte, nessun diritto all’altra parte. Eppure anche i giudici che hanno votato sono nati e venuti al mondo perché sono stati rispettati entrambi i diritti: della donna e del nascituro. Alle giovani generazioni è stato trasmesso il diritto di avere (a tutti i costi) dei “diritti” intoccabili e indiscutibili, ma non si è fatto loro un gran favore. L’educazione in famiglia ha un peso determinante per la comprensione del valore umano della vita nascente già dal primo stadio di sviluppo, per non trasformarla, come ripete Papa Francesco, in uno scarto senza valore. I genitori hanno, almeno questo, il “diritto” di educare i figli minorenni e di prendersi cura delle loro scelte. Ed anche il medico dovrebbe avere il diritto di astenersi da scelte contrarie alla vita nascente. 




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.


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