I nuovi diritti

Un Piano nazionale di rinascita e di resilienza…

Manfred Heyde [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Su cosa si incentrano le battaglie culturali e politiche del nostro tempo? Sui “nuovi diritti”. Sembra che non ci sia altra strada che aprirsi a queste forme di modernità. Ma è davvero questo che vogliono gli italiani? Sono davvero queste le priorità? 

Si parla di nuovi diritti. Nuovi rispetto a che cosa? Quelli “vecchi” non contano più? Se vengono definiti “nuovi” qualcosa vorrà pur dire. Infatti, la richiesta che per legge venga liberalizzata la marijuana i padri costituenti nemmeno lo immaginavano. Così come non immaginavano la possibilità del suicidio assistito, garantito e pagato dallo Stato. In questi termini perfino l’aborto è ormai diventato “vecchio” e presto dovrebbe essere aggiornato secondo l’onda dei nuovi diritti. 

Il matrimonio “egualitario” viene invocato come diritto che includerà (per ovvi motivi) la possibilità dell’utero in affitto per poter dare a due uomini di avere un bambino/bambina. Poi il nuovo diritto di un/una adolescente di cambiare sesso a piacimento e secondo come desidera in quel momento. Poi di insegnarlo a scuola perché nessuno osi criticare il gender (che è e resterà una teoria smentita dalla realtà e dalla fisiologia). 

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Chi vuole a tutti i costi questi “nuovi” diritti è una minoranza esigua (se si escludono i personaggi televisivi e del cinema alla moda, che sembrano costretti a pensarla così per guadagnarsi la carriera) che alza la voce nella speranza di essere ascoltata dalla politica inclusiva e “tollerante”. 

Le motivazioni razionali però sono così deboli e poco fondate che la “tolleranza” si è trasformata diventando intollerante e infastidita verso chi non si rassegna a dire che si tratta di “uno sbaglio della mente umana”, come ha detto con grande libertà interiore Papa Francesco. Eppure, questi “nuovi diritti” sono diventati una priorità politica, addirittura più importanti della denatalità, della fatica delle famiglie e della pace.

Ma penso che sotto sotto in realtà ci sia la ribellione ai valori oggettivi che il Magistero della Chiesa cattolica difende e propugna. I difensori dei “nuovi diritti” è come se dicessero: “Basta con questo vecchiume che dice cosa è vero e buono e cosa è falso e cattivo….Noi vogliamo fare quello che ci pare e nessuno può criticare”.

Eppure fanno proprio così i genitori con i figli e le figlie già dalla tenera età quando dicono: “Non fare così …, stai attento …, questo non va bene …, stai sbagliando …”.

Ci vorrebbe una specie di Piano nazionale di rinascita e resilienza (il famoso PNRR) anche per difendere quello che in verità si difende da solo, cioè la salute vera, la famiglia vera, l’amore vero, la scienza vera.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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