“Amatevi finché morte non vi separi”: un libro sul matrimonio profondo e divertente

Oggi nel mio blog vi propongo un’intervista con una esordiente e simpaticissima scrittrice: Anna Porchetti. È una donna lavoratrice, sposa da oltre vent’anni con lo stesso uomo madre di tre figlie adolescenti, opera che ritiene essere la più riuscita e, fino a poco tempo fa, nessuno, nemmeno gli amici più stretti, avrebbe immaginato che potesse scrivere un libro. Invece, a settembre è uscito il suo: Amatevi finché morte non vi separi (Effatà Editrice), destinato a fornire consigli ed incoraggiamento a fidanzate, neo-spose e anche mogli di lungo corso. Il sottotitolo è tutto un programma: Il matrimonio: scelta per uomini coraggiosi e donne veramente libere. 

Com’è nato: “amatevi finché morte non vi separi”?

Non avevo mai pensato di scrivere un libro! Figuriamoci: io faccio la lavatrice la sera e nel week end, manco fosse un hobby, chi mai avrebbe trovato il tempo per fare altro? Poi è scoppiata la pandemia. Le giornate si sono svuotate di impegni, ci hanno lasciato tanto tempo libero. Per dirla tutta, mi ero proposta di impastare il pane, ma il lievito era esaurito e la farina scarseggiava, così alla fine mi sono messa a scrivere. Non è stato facile trovare la concentrazione e all’inizio non avevo neanche un posto dove stare. Altro che la stanza tutta per sé! Mi sono sistemata nel ripostiglio, fra scope, asse da stiro e detersivi, ma ci tengo a dire che me lo sono arredato: ho comprato su Amazon uno di quei grossi cuscini d’arredo che si mettono per terra. L’idea di scrivere lì, seduta su un cuscino, con il computer sulle gambe, mi sembrava tanto “scrittrice talentuosa e un po’ bohemienne” poi ho scoperto che è pessimo per la cervicale. 

Il tuo libro sembrerebbe destinato a un pubblico femminile. Come mai?

Sì, nel libro mi rivolgo principalmente alle donne. Non perché voglia disinteressarmi degli uomini. Il fatto è che non ce lo vedo, un uomo, a leggere un libro sul matrimonio. Se il mio fosse stato un manuale sulla potatura delle siepi o sulla manutenzione della caldaia, forse sì, ma un libro sull’amore coniugale è meno probabile che interessi un uomo. Loro sono molto concreti, più che con le parole, la loro attenzione la si conquista con i fatti. Questo non significa che non abbiano interesse per l’amore, il matrimonio o la famiglia: tutti vogliamo essere amati. Il punto è che lo manifestiamo e chiediamo amore in modo differente: le donne a parole, per metafore e immagini, gli uomini con azioni concrete. Io ci ho messo molto tempo a capirlo, ma alle mie lettrici lo svelo sin dalle prime righe. Spero sia un punto di vista utile.

Leggi anche: “Amicizia coniugale”: che cos’è? E perché il tuo matrimonio non può farne a meno? (puntofamiglia.net)

Qual è la ragione di fondo che ti ha spinto a scriver?

L’idea di fondo è che il matrimonio può renderci molto felici, soprattutto se lo viviamo non come unione fra uomini, ma nella sua pienezza di Sacramento. Tutto comincia con la scelta di una persona che condivida i nostri valori e convinzioni, schivando uomini sbagliati e improbabili, perché inseguire un amore impossibile è uno dei modi più certi per restare delusi. Il cinema, le riviste femminili, il mondo che ci circonda spesso narrano che l’amore sia chimica, ma è una sciocchezza, se l’amore dipendesse solo dalle emozioni, non riuscirebbe a durare una vita. Una volta scelta la persona adatta a noi, bisogna onorarla ogni giorno, accettandola e amandola per quella che è, cosa che spesso è difficile per noi donne, che sogniamo di cambiare il nostro uomo e di plasmarlo secondo i nostri desideri. Il vero amore brama l’unità, Gesù dice che con il matrimonio, gli sposi diventano una carne sola. Il problema è che spesso interpretiamo l’unità, come diritto di possesso e di controllo sull’altro. Solo quando rinunciamo a questa forma di egoismo, siamo veramente pronte ad amare. Nel libro invito le mogli ad abbandonare il giudizio nei confronti dei mariti e a praticare l’accoglienza, esercitarsi ad apprezzarli, per quello che fanno o che provano a fare, a lasciarli liberi di sbagliare, a perdonarli quando le stupiscono con difetti speciali e a sostenerli e incoraggiarli sempre, ricordando che questa unità di carne e di spirito si nutre di lealtà, rispetto e di amore. Se si mantengono le promesse matrimoniali, la parte più difficile la fa la Grazia, mi pare un bell’aiuto.

Sembra che buona parte del lavoro spetti alle mogli. E gli uomini, cosa dovrebbero fare?

Sia l’uomo che la donna devono fare la loro parte, perché il matrimonio funzioni. Anche agli uomini viene chiesto molto, devono comportarsi da eroi: diventare i cavalieri senza macchia e senza paura che le loro donne desiderano da sempre e per sempre. Per farlo non è necessario che siano nei corpi speciali dei marines o abbiano un fisico da culturista, scolpito in ore e ore di palestra, serve invece una regolare pratica di coraggio. Solo gli uomini coraggiosi sono capaci di vero amore, sono mariti disposti ad esserci sempre, a farsi muro, per proteggere la donna che amano, capaci di mettersi alla guida, che non è un privilegio, ma significa prendersi la fetta più grossa di lavoro duro. Solo se entrambi mettono il bene dell’altro davanti ai propri desideri ed interessi, possono nutrire un amore solido e generoso: un amore santo. 

Il tema del matrimonio è molto serio, ma il tuo libro ha spesso toni umoristici…Io personalmente l’ho trovato divertentissimo.

Perché il mio non è il libro di un’esperta, che fornisce indicazioni, dall’alto della sua autorevolezza. Sono una donna normale, piena di difetti, imperfezioni, ho fatto (e continuo a fare) tanti errori. Ho voluto raccontare me stessa, con le mie disavventure quotidiane, perché, se posso essere felice io, coi miei limiti, penso ci sia speranza per tutti. E poi, se intanto che percorriamo insieme la via del matrimonio, che ci può persino condurre alla santità, manteniamo uno sguardo sorridente ed ottimista, il cammino è un po’ più lieve.Per info: https://editrice.effata.it/libro/9788869298783/amatevi-finche-morte-non-vi-separi/




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.