PAPA BENEDETTO XVI E LA FAMIGLIA

Marito e moglie hanno bisogno dell’eucaristia. Rileggendo papa Benedetto XVI

Foto Papa Benedetto: giulio napolitano - Shutterstock.com

Dovevamo parlare con dei giovani. Ci fu suggerito di formarci leggendo la Sacramentum caritatis, esortazione apostolica di Benedetto XVI sull’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Ci sembrò una scelta inopportuna, dovendo noi parlare di questioni legate all’affettività e alla sessualità. Ci sbagliavamo…

Nell’indimenticabile nottata tra il primo e il due settembre del 2007 nella spianata di Montorso presso Loreto, insieme a mio marito, avemmo la grazia di partecipare come educatori alla “fontana dell’amore vero” presso la quale una quantità inaspettata di giovani venne ad interpellarci sul senso della vita, del matrimonio, della vocazione, della risposta a Dio Padre. Ci fu suggerito, all’epoca, di formarci leggendo la Sacramentum caritatis, esortazione apostolica di Benedetto XVI sull’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. In un primo momento ci sembrò una scelta inopportuna, dovendo noi parlare di questioni legate all’affettività e alla sessualità. Ci sbagliavamo. È un documento che mostra realtà profonde a chi vive l’amore di coppia.  Dopo aver ricordato che «La Santissima Eucaristia è il dono che Gesù Cristo fa di sé stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo», il papa, infatti, rilegge la vita dell’uomo alla luce di questo sacramento sottolineando che la Chiesa «trova nell’Eucaristia il suo centro vitale» per annunciare a tutti che Dio è amore. L’incontro eucaristico è un dono totalmente gratuito grazie al quale siamo «resi partecipi dell’intimità divina». 

Dopo aver ricordato che «L’Eucaristia si mostra così (…) come mistero di comunione», Benedetto XVI, nell’ottica corporale ed oblativa, dedica tre numeri al tema “Eucaristia e matrimonio”. Citando il suo predecessore ricorda che «L’Eucaristia è il sacramento dello Sposo e della Sposa» perché «L’amore sponsale è segno sacramentale dell’amore di Cristo per la sua Chiesa, un amore che ha il suo punto culminante nella Croce, espressione delle sue “nozze” con l’umanità e, al contempo, origine e centro dell’Eucaristia». «Il legame fedele, indissolubile ed esclusivo che unisce Cristo e la Chiesa, e che trova espressione sacramentale nell’Eucaristia, si incontra con il dato antropologico originario per cui l’uomo deve essere unito in modo definitivo ad una sola donna e viceversa». 

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Un amore così, innestato in quello di Cristo per la Chiesa, non può finire perché Cristo non la abbandonerà mai, anzi continua ad amarla di un amore unico ed indissolubile nonostante i continui tradimenti di questa sposa infedele. 

Questo amore innestato in Cristo non è superficiale. Da ciò segue il monito per coloro che accompagnano giovani al matrimonio: «Un serio discernimento a questo riguardo potrà evitare che impulsi emotivi o ragioni superficiali inducano i due giovani ad assumere responsabilità che non sapranno poi onorare». 

Solo sulla roccia dell’amore vero, che viene donato agli sposi e consacrato direttamente da Dio, potrà essere costruita la spiritualità coniugale e poi familiare. In quest’ottica cambia senso anche il memoriale del dono eucaristico di Cristo: “L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione”.
Se tutti i battezzati sono coinvolti attraverso la trama di Gesù dentro il suo atto oblativo, ancora di più lo sono gli sposi che di questa donazione totale di Gesù alla Chiesa sono attualizzazione e segno sacramentale. Gli sposi sono come una sorta di Eucaristia distesa nel tempo. Nella loro capacità di donarsi sono abilitati ad attualizzare l’atto oblativo di Cristo a favore di chi li circonda a partire dal divenire loro stessi una sola carne che è l’obiettivo dell’Eucaristia. Tutto ciò fa entrare l’una caro in una spiritualità tutta particolare che investe la vita quotidiana degli sposi. Così facendo Benedetto dà conferma di quanto scritto in Familiaris Consortio: «Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi. Di questo evento di salvezza il matrimonio, come ogni sacramento è memoriale, attualizzazione e profezia».




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Assunta Scialdone

Assunta Scialdone, sposa e madre, docente presso l’ISSR santi Apostoli Pietro e Paolo - area casertana - in Capua e di I.R.C nella scuola secondaria di Primo Grado. Dottore in Sacra Teologia in vita cristiana indirizzo spiritualità. Ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso l’Istituto Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense. Da anni impegnata nella pastorale familiare diocesana, serve lo Sposo servendo gli sposi.

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