Affiancamento familiare
“Mi sono inventata di tutto, oggi si fida di me”: l’esperienza di un affiancamento familiare
di Monica Vacca
Un trascorso turbolento, un silenzio che dice tanto. L’inizio di una relazione che si tramuta in un’alleanza. “Mi sono inventata di tutto pur di instaurare un piccolo dialogo con lei, mi sono perfino improvvisata cuoca… e sono un disastro in cucina − afferma Cristina, che affianca Sara −. I miei modi un po’ goffi le hanno strappato dei sorrisi”.
Il verde è per antonomasia il colore della natura, della vegetazione, della vita. Tradizionalmente, pare che questo sia anche il colore della speranza; la stessa speranza che, fino a poco tempo fa, si intravedeva negli occhi di Sara, una giovane ragazza di 14 anni con un forte desiderio: quello di poter avere una famiglia. Il verde è il suo colore preferito.
«Abbiamo conosciuto Sara per puro caso. Io e mio marito − mi racconta Cristina, attualmente madre affidataria − svolgiamo un servizio di volontariato presso la comunità che l’accoglie. Partecipammo, un giorno, ad una festa organizzata per il compleanno di un suo compagno. Ricordo che era l’unica a non voler ballare, rifiutò tutti i miei inviti e questo mi colpì molto. Era molto taciturna, restò sulle sue per tutto il tempo».
Sara è una ragazza molto introversa, con alle spalle un trascorso turbolento. Abbandonata a sé stessa, ha trascorso gli anni della sua infanzia con una madre assente e un padre violento. Essendo figlia unica, ogni responsabilità della casa ricadeva su di lei. L’ambiente familiare era poco sereno, una qualsiasi piccolezza poteva innescare violenti litigi che, inevitabilmente, coinvolgevano anche lei.
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«Mi sono inventata di tutto pur di instaurare un piccolo dialogo con lei, mi sono perfino improvvisata cuoca… e confesso che sono un disastro in cucina − afferma Cristina, divertita −. I miei modi un po’ goffi le hanno strappato dei sorrisi e, un po’ alla volta, siamo riuscite a costruire un rapporto…ad oggi solido e forte. Attualmente abbiamo un altro bambino in affido e ciò devo dire che mi ha aiutato nella relazione instaurata con lei; mi ha aiutato a comprendere meglio le sue emozioni, a rispettare i suoi tempi, a gestire ciò che si stava creando tra noi. Oggi mi considera una sua alleata. Mi chiama per chiedere consigli, per condividere i suoi pensieri e, talvolta, liberarsi da essi».
«Sara è per me speciale. È una ragazza molto intelligente e con un animo creativo. Le piacerebbe imparare a dipingere e sto provvedendo a realizzare questo suo sogno. Tornassi indietro, rifarei tutto allo stesso modo. Sento che eravamo destinate a conoscerci».
Cristina procede il suo racconto con molto entusiasmo e un tono affettuoso. Dalle sue parole trapelano le molteplici emozioni che la stanno accompagnando in questo percorso. Continua dicendomi: «Le ho presentato anche il bambino che attualmente stiamo ospitando a casa, hanno creato un buon rapporto. Sara viene a trovarci ogni sabato. Organizziamo spesso anche delle uscite insieme, tutti e quattro. Spero di poter tramutare quest’affiancamento in affido… mio marito è addirittura proiettato all’adozione. Qualora si verificassero tutte le condizioni per poter procedere, saremmo pronti a farlo. Senza pensarci due volte».
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