TABÙ SUL SESSO

Nuovi tabù sul sesso: ce ne parla don Alberto Ravagnani

Screenshot del video https://www.youtube.com/watch?v=K1IpOuRi_ss

È diventato virale sui social un video in cui don Alberto Ravagnani, sacerdote della diocesi di Milano, parla di sessualità in una chiesa gremita di persone. Il don, conosciuto per essere molto pratico con gli strumenti della comunicazione e vicino al mondo dei giovani, ha trattato l’argomento senza giri di parole, andando dritto al punto. 

La sessualità è la fonte di sofferenza più grande dei ragazzi. È vissuta con tanta disinvoltura, senza strumenti, come se fosse giusto vivere, sperimentarsi, in maniera quasi compulsiva, per dimostrare a sé stessi o agli altri che si è dentro a un cliché, che tu sei bravo perché fai quello che devi fare. Un tempo c’erano dei tabù sulla sessualità, ora ci sono gli stessi tabù ma al rovescio. Prima era: ‘Non si deve fare mai’, adesso è ‘Bisogna farlo, altrimenti sei uno sfigato’.

Sono parole di don Alberto Ravagnani, pronunciate in una chiesa gremita di persone qualche giorno fa e ora riportate sul suo profilo Instagram, seguito da quasi 150 mila persone. 

Non è la prima volta che il noto sacerdote, classe 1994, affronta queste tematiche. 

Qualche mese fa, un documento ecclesiale ribadì la bellezza del fidanzamento casto. Poche ore dopo, il cantante Fedez, deridendo il contenuto del documento, rivolse ai giovani l’invito a “godersi la vita” senza farsi troppe domande, a fare sesso senza scrupoli morali, perché “la vita è troppo breve”. 

In quell’occasione, don Alberto rispose al rapper, in una delle sue storie Instagram tanto seguite dagli adolescenti, facendo capire che solo l’amore sazia, mentre il sesso, senza rispetto, tenerezza e progettualità, ci svuota.

Secondo don Alberto questi messaggi sono deleteri per i ragazzi, che sentono una certa pressione sociale. Questi sarebbero i nuovi tabù: “Fallo, sennò sei sfigato”, “Non farti scrupoli, che se te li fai sprechi la vita”.

Ecco come continua il discorso riportato nel video sulle difficoltà legate all’esercizio della sessualità: 

Questo crea tantissima ansia da parte di molti. Quando poi il corpo si compromette con il corpo di un altro e ‘sta cosa crea delle ferite che uno si porta dentro per sempre, ecco le dipendenze: dalla pornografia, dalla masturbazione, dai rapporti occasionali. Io li conosco i ragazzi… hanno la testa per aria e ti chiedi: “Ma cosa starà pensando?”. Magari li vedi che non fanno niente tutto il giorno, che sono sempre stanchi, ma perché? A volte il motivo è una dipendenza sessuale a vari livelli che porta via tante energie, li fa evadere, per questo pensano sempre ad altro e non riescono a vivere il momento presente. Però questo non puoi dirlo, non è socialmente accettato. Eppure, queste sono sofferenze, ma a chi le raccontano? Se gli adulti si limitano a dire “No, no”, “Hai sbagliato” o peggio: “Fai quello che ti pare, che male c’è? Anzi, è giusto che fai le tue esperienze e ti diverti”, senza però dare strumenti effettivi…

Leggi anche: Giovani lontani dalla fede, Chiesa destinata a morire? Parla don Alberto Ravagnani (puntofamiglia.net)

Don Alberto ha il coraggio di mettere la faccia su un tema delicatissimo, che tanto ha a che vedere con la felicità e la pace del cuore di ogni essere umano.

Non si tratta di essere moralisti, ma di custodire un dono prezioso. Di pensare, di cercare gli strumenti per vivere i gesti con consapevolezza.

Fare l’amore può essere un’esperienza di Cielo, di Paradiso. Come spiega Nicoletta Musso, sessuologa e consulente familiare, l’intimità sessuale di due persone che si amano è un’esperienza stupenda, che accresce la fiducia reciproca: i due si affidano, si consegnano liberamente l’uno all’altra, sperimentano un senso di custodia. 

Il sesso può essere vissuto come qualcosa di sacro e possiamo addirittura permettere a Dio di essere nell’amore che ci scambiamo. In che modo Gesù si manifesta nell’intimità? Nella tenerezza, nella cura, nella passione sana.

Nella dimensione della sessualità, però, può infiltrarsi anche il nemico: egli è presente ogni volta che il sesso è vissuto nella sopraffazione. Se Dio valorizza l’unicità della persona, la conoscenza profonda, l’accoglienza piena nella libertà, il demonio non guarda in faccia nessuno, non cura i sentimenti, non accoglie. Schiavizza.

Come fare per educare i giovani al rispetto di sé e dell’altro?

Dobbiamo mostrare sin dalla pubertà la bellezza di una sessualità pulita, limpida, che sia canale dell’amore. Proprio come sta facendo don Alberto.  

A volte mi dicono, scherzando: “Chi fa sesso senza amore finisce all’inferno, secondo te?”. 

Io non so chi andrà all’inferno e chi no, nell’eternità, ma so che già qui si può sperimentare l’inferno. L’inferno è la solitudine. 

È vivere nel non-amore, schiavizzare gli altri, e sì, anche usarli per eccitarsi invece di considerarli un dono. 

Questo modo di vivere, o meglio di non-vivere, è già ora un anticipo della solitudine infernale. Scusate se è molto meglio il Paradiso…




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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