VITE DEI SANTI

Santa Rita da Cascia: la santa dell’impossibile (parte 1)

Santa Rita da Cascia

di Chiara Chiessi

Conosciuta in tutto il mondo come la santa dell’impossibile, non ha di certo avuto una vita facile: chiamata sin dall’infanzia alla vita religiosa, è costretta dai genitori ad un matrimonio di convenienza. Dopo essere stata sposa, madre e vedova, entrò in tarda età tra le agostiniane, dove si distinse per santità di vita e per miracoli.

Santa Rita è una delle sante più venerate ed amate in Italia per la sua umanissima vicenda terrena, anche perché ogni persona si può rispecchiare in lei: è stata figlia, moglie, madre ed infine sposa di Gesù, cioè suora.

I suoi genitori erano modesti contadini e pacieri (avevano l’incarico di evitare stragi e conflitti familiari nel paese e per questo erano soprannominati “i portatori della pace di Gesù Cristo”) ed erano già in età avanzata quando nacque Rita, attesa dopo più di dodici anni di matrimonio ed accolta come un dono della Provvidenza.

La vita di Rita fu intessuta di fatti prodigiosi che la tradizione ci ha tramandato: si racconta infatti che la madre, molto devota, ebbe la visione di un angelo che le annunciava la tardiva gravidanza e che lei e suo marito avrebbero dovuto chiamare la bambina Rita.

Poiché a Roccaporena mancava una chiesa con fonte battesimale, la piccola Rita venne battezzata nella chiesa di S. Maria della Plebe a Cascia.

Alla sua infanzia è legato un fatto prodigioso: dopo qualche mese, i genitori presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante.
Un giorno, mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella bocca aperta depositandovi del miele. 

Nel frattempo, un contadino che si era ferito con la falce ad una mano lasciò il lavoro per correre a Cascia per farsi medicare; passando davanti al cestello e vista la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne un secondo prodigio: man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente. 

L’uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli abitanti di Roccaporena, che seppero del prodigio.

La piccola santa crebbe molto ubbidiente ai genitori, che a loro volta la educarono ai sani principi religiosi; visse un’infanzia tranquilla a Roccaporena, dove la famiglia godeva di un certo prestigio per la qualifica di pacieri.

Leggi anche: Genitori santi, figli santi? La storia di santa Caterina di Svezia e della mamma, santa Brigida (puntofamiglia.net)

Già dai primi anni dell’adolescenza, Rita manifestò apertamente la sua vocazione ad una vita religiosa, infatti, ogni volta che le era possibile, si ritirava nel piccolo oratorio fatto costruire in casa con il consenso dei genitori, oppure correva al monastero di Santa Maria Maddalena nella vicina Cascia.

Frequentava anche la chiesa di Sant’Agostino, scegliendo come suoi protettori i santi che lì si veneravano, oltre s. Agostino, s. Giovanni Battista e Nicola da Tolentino.

Purtroppo, all’età di circa sedici anni, fu forzatamente promessa in matrimonio a Paolo di Ferdinando di Mancino, un ghibellino risentito, giovane violento ed impetuoso.

Rita non fu entusiasta, perché altre erano le sue aspirazioni, ma in quell’epoca il matrimonio era stabilito dagli interessi della famiglia, pertanto dovette cedere alle insistenze dei genitori ed andò in sposa a Mancino, del quale fu “vittima e moglie”, come fu poi detto.

Vedremo però poi in seguito come la Provvidenza adopererà come strumento anche una scelta di vita forzata per realizzare più perfettamente la santità di Rita.

Con il tempo e con la preghiera riuscì a trasformare l’indole impetuosa del marito.

Dalla loro unione nacquero due figli gemelli, che crebbero secondo i principi religiosi che la madre Rita aveva ricevuto dai genitori, ma allo stesso tempo assimilarono gli ideali e le regole della comunità di Cascia, che riteneva legittima la vendetta.

Dopo qualche anno, morirono sia i suoi anziani genitori che suo marito, assassinato da una famiglia rivale; a quel punto Rita pregò che le anime dei figli non si perdessero con il peccato mortale, in quanto questi volevano partecipare alla vendetta per la morte del padre.

I figli si ammalarono e poco dopo morirono, tra il dolore cocente della madre.

Rimasta sola, Rita si avvicina sempre di più a Cristo sofferente…

In un secondo articolo vedremo come questa santa si è avvicinata alla vita religiosa e cosa la Provvidenza le ha riservato una volta rimasta vedova del marito e “orfana” dei suoi figli.




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