Lo spot

I figli dei separati: i grandi dimenticati… anche dalla Chiesa

Uno screenschot dello spot di Esselunga

Uno spot può diventare un elemento di disputa nell’era digitale. Un terreno di scontro ideologico, specialmente se la realtà che fotografa è politicamente scorretta. Il caso in questione riguarda una pubblicità che la famosa catena di supermercati Esselunga ha diffuso, mostrando in due minuti un dramma di cui nessuno parla: quello dei figli di genitori separati. Nel cortometraggio parole e gesti si intrecciano con maestria e gli sguardi sono più eloquenti delle frasi dette.

Di Giovanna Abbagnara

Una bambina di cinque anni sfugge al controllo della madre in un noto supermercato per prendere una pesca da regalare al suo papà. La mamma la cerca e quando la trova, agitata, non chiede il perché di quel gesto. Pensa che la figlia vuole mangiare una pesca, così pagano la spesa e vanno via. Durante il tragitto di ritorno la bambina per strada vede due genitori giocare con il figlio mentre la mamma guida e le domanda di come è andata a scuola. A casa si divertono e giocano insieme fino all’arrivo del papà. È il suo turno per stare con la figlia. Mentre il papà la fa sedere nel sediolino anteriore della macchina, Emma [la bambina] tira fuori dallo zaino la pesca acquistata al supermercato e dice al padre: “Questa te la manda la mamma”. È il suo tentativo di creare un ponte di dialogo tra i genitori. Quando il papà le risponde, sorpreso, che chiamerà la mamma per ringraziarla, Emma si illumina di gioia. Due minuti, solo due minuti per raccontare un dramma, quello dei figli di genitori separati, che ha delle proporzioni incalcolabili. 




Parliamo dunque delle vittime. Perché in una guerra ci sono sempre e in un divorzio, che è la guerra tra due persone che dicono di non amarsi più, le vittime sono sempre i figli. Sono stata attaccata molte volte per questa mia affermazione e dunque vorrei chiarire che comprendo benissimo quanta sofferenza c’è in due persone che decidono di lasciarsi e so benissimo che il fallimento della coppia non coincide anche con il fallimento di essere genitori. Quelle due persone faranno di tutto per accompagnare e sostenere i loro figli e donare loro un futuro sereno ed equilibrato ma … cosa vogliono o cosa avrebbero voluto veramente i figli? Dobbiamo essere onesti.

Sono passati ormai 50 anni dall’approvazione della legge che ha introdotto il divorzio in Italia. A giudicare dal grande numero di fatti di sangue connessi alla disgregazione delle famiglie e dai malesseri di cui soffrono le persone coinvolte, depressione negli adulti e difficoltà relazionali nei minori, possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che il prezzo che ha pagato la conquista civile del divorzio è stato altissimo.

Non mi ha certamente sorpreso leggere qualche tempo fa in un articolo di Caudio Risè, noto psicoterapeuta, che la prima generazione che ha conosciuto il divorzio dei propri genitori in età adulta o ha replicato la tendenza all’instabilità familiare conosciuta fina da bambino o ha evitato ogni forma di unione riconosciuta, favorendo la convivenza, per non ripetere quell’esperienza traumatica. Oggi i nipoti della legge sul divorzio, i nostri giovani rifuggono completamente ogni desiderio di stabilità affettiva e relazionale. 

Se vogliamo giudicare un albero dai suoi buoni frutti come ci insegna Gesù dovremmo per onestà intellettuale dire che la società divorzista ha prodotto cattivi frutti: crollo della natalità, instabilità economica, caduta della tenuta relazionale coniugale, rifiuto di ogni relazione stabile e duratura nel tempo, conseguenze psicologiche devastanti sui bambini, una nuova categoria di poveri: i papà separati costretti spesso a vivere in un centro di accoglienza perché con il loro stipendio a stento riescono a coprire l’assegno di mantenimento dei figli…

La separazione è presentata come una reciproca liberatoria. Io per la mia strada e tu per la tua, anzi addirittura tutti insieme felici e contenti con i nuovi compagni e i nuovi figli. Questo è quello che vediamo nei film e nelle fiction televisive. In realtà sul campo ci sono morti e feriti. Di questo nessuno parla se non quando si consuma la tragedia e non per dire che forse la separazione andava evitata, che forse questi coniugi andavano accompagnati ma solo per condannare l’orco, il marito padrone non abbastanza moderno da accettare il fallimento della sua relazione.

A questo punto sento già le vostre obiezioni provenire: meglio che i figli crescano con due genitori felici con altri compagni piuttosto che con due genitori che litigano dalla mattina alla sera, meglio liberarsi di un uomo con la mentalità retrograda e maschilista, meglio non averlo un padre – padrone che averlo, meglio non avere una mamma piuttosto che una donna avvezza a cambiare amante ogni anno etc…Se poi tutto questo è permesso dalla società, è facile, è accessibile perché non devo ricorrere? 

Questa è la favola, la realtà purtroppo è assai diversa, è complicata e non sempre c’è qualcuno disposto a farsi carico di queste persone. La società civile è assente e spesso anche la Chiesa. Forse incapace anche di parlare di questi temi come ha fatto Esselunga presentando la realtà senza veli. Guardando le cose da un’altra prospettiva, quella dei figli appunto. Uno spot di questo genere ha una capacità di diffusione incredibile, è capace di parlare al cuore delle persone. Perché noi, come comunità ecclesiale non abbiamo la stessa capacità pur con tutti i mezzi a disposizione?




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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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