Commemorazione dei defunti

Commemorazione dei defunti. Papa Francesco: “La gente non si uccida più nelle guerre”

Durante la messa del 2 novembre, giorno della Commemorazione dei defunti, Papa Francesco ha voluto riflettere su due termini: “memoria” e “speranza”. Memoria per ricordare chi c’è stato e ha lasciato segno; speranza che il Signore possa ricevere tutti i defunti. Poi ha parlato delle guerre, ribadendo quanto sia ingiusto spezzare in questo modo tante vite. 

“Memoria”, questa la parola con cui è iniziata l’omelia di Papa Francesco, nella messa del 2 novembre per la commemorazione dei defunti. “Memoria di coloro che ci hanno preceduto, che hanno trascorso la loro vita, che hanno concluso questa vita; – ha detto – memoria di tanta gente che ci ha fatto del bene: in famiglia, tra gli amici… E memoria anche di coloro che non sono riusciti a fare tanto bene, ma sono stati ricevuti nella memoria di Dio, nella misericordia di Dio. È il mistero della grande misericordia del Signore”, ha proseguito il Santo Padre.

E poi speranza. “Noi camminiamo verso un incontro, – questa la ferma convinzione del pontefice – con il Signore e con tutti. E dobbiamo chiedere al Signore questa grazia della speranza: la speranza che mai delude, mai; la speranza, che è la virtù di tutti i giorni che ci porta avanti, ci aiuta a risolvere dei problemi e a cercarne le vie d’uscita. Ma sempre avanti, avanti”. 

Per il papa si tratta di una “speranza feconda”, quella “virtù teologale di tutti i giorni”, “la chiamerò la virtù teologale ‘della cucina’, perché è alla mano e ci viene sempre in aiuto”. 

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Poi Francesco ha raccontato un aneddoto, legato alle tante morti in guerra: “Vorrei soffermarmi su una cosa che mi è accaduta all’entrata. Guardavo l’età di questi caduti. La maggioranza è tra i 20 e i 30 anni. Vite stroncate, vite senza futuro. E ho pensato ai genitori, alle mamme che ricevevano quella lettera: ‘Signora, ho l’onore di dirle che lei ha un figlio eroe’. ‘Sì, eroe, ma me l’hanno tolto!’. Tante lacrime in quelle vite stroncate”. 

Francesco non può non pensare anche alle guerre di oggi. “Nelle guerre del mondo, anche in quelle più vicine a noi, in Europa e al di fuori: quanti morti! Si distrugge la vita senza averne coscienza”.

E invita, allora, a chiedere al Signore la pace, “perché la gente non si uccida più nelle guerre”. 

“Tanti innocenti morti, tanti soldati che vi lasciano la vita. Ma questo, perché? – si domanda Francesco – Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre. Non c’è vittoria totale, no. Sì, uno vince sull’altro, ma dietro c’è sempre la sconfitta del prezzo pagato. Preghiamo il Signore per i nostri defunti, per tutti, per tutti: che il Signore li riceva tutti. E preghiamo anche perché il Signore abbia pietà di noi e ci dia speranza: la speranza di andare avanti e di poterli trovare tutti insieme con Lui, quando ci chiamerà”.




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