VIOLENZA SULLE DONNE

Antonio De Rosa: “Per combattere la violenza, il ‘maschio’ deve diventare ‘uomo’”

Abbiamo intervistato Antonio de Rosa, che gestisce assieme alla moglie Luisa il blog “Matrimonio Cristiano”. Scrivono, sul loro portale, anche esperti di vari ambiti (tra cui sessuologi e psicoterapeuti). Oggi con Antonio parliamo di violenza di genere, mentalità pornografica, virilità e molto altro.   

Antonio, intanto grazie della disponibilità. La cronaca ci mostra che i casi di violenza sulle donne sono davvero tanti: una donna su tre, si stima, ha ricevuto violenze o molestie nella vita. A cose si deve questa piaga sociale, secondo te?

Voglio essere chiaro. Oggi, tutta questa violenza di genere, dipende in gran parte dalla pornografia e da tutto ciò che mercifica il corpo. C’è dentro tanto tanto della nostra cultura moderna. C’è l’aborto, c’è l’utero in affitto, c’è la prostituzione e c’è il porno esplicito. Queste pratiche ci educano e ci cambiano dentro. Ci fanno credere che la vita e il corpo siano disponibili. 

Voglio prendere ad esempio qualcosa che con il porno sembra non entrarci nulla. Hai presente la nuova tendenza dei creator di TikTok? La NPC Non-playable characters. Ci sono dei creator che in live si comportano come personaggi a comando. A seconda delle richieste degli utenti (attraverso regali virtuali che si traducono in entrate reali) compiono determinati gesti e dicono determinate parole o frasi. Guardare una diretta NPC sembra surreale. Non ci vedo nessun interesse particolare se non l’apparente pazzia della situazione. Sai cosa rende virali queste live? Il controllo. Gli utenti hanno il controllo delle azioni e del corpo dei creator. C’è tanto della dinamica pornografica dietro. 

Io, fino a venticinque, anni sono stato quello che afferma la sorella di Giulia (Cecchettin ndr). Dice che tutti gli uomini almeno una volta hanno avuto comportamenti sessisti verso le donne. Io in passato ho fatto discorsi da bar o da palestra con gli amici, ho commentato il seno o il corpo di quella ragazza che passava. In discoteca mi è successo di provarci con diverse ragazze. L’ho imparato in famiglia? Come dicono tanti, l’ho imparato dalla mia cultura patriarcale? Assolutamente no. Ho avuto un padre che ha rispettato profondamente mia madre ed è uno degli insegnamenti più grandi che mi ha dato. Non era credente, lo era a modo suo, ma moralmente mi ha dato tanto. La “scuola” che mi ha insegnato a vedere le donne come oggetti è stata la pornografia. 

Quindi, l’accesso alla pornografia, a tuo avviso, compromette nel profondo le relazioni interpersonali? 

Sì, è una difficoltà che poi si porta anche nel matrimonio e che crea sofferenze e difficoltà ad entrambi gli sposi. Se la donna si sente usata, difficilmente riesce ad abbandonarsi al marito nell’intimità. Con tutte le conseguenze che potete immaginare. Un amico sessuologo e medico a una domanda diretta sulla violenza e pornografia mi disse: “La donna viene usata. Se noti, nei video pornografici la donna non è una persona che ha pensieri o sentimenti. È una che ha solo desiderio di fare sesso. Quindi l’uomo la usa per questo.” La pornografia è oggi evoluta. Sta spopolando Onlyfans con tantissime creator donne che offrono video e/o immagini sessualmente espliciti. Perché questo format funziona tanto? Perché c’è interazione tra fruitore e creator. Non parlerei di relazione. Il cliente, dietro il pagamento di una cifra, può richiedere determinate prestazioni alla creator preferita. Torniamo al discorso iniziale del controllo e del dominio sulla donna

Questo influisce molto sul modo in cui i ragazzi vengono educati o diseducati all’affettività… 

I nostri ragazzi si trovano immersi in questo mondo virtuale dove possono controllare ed usare la donna che desiderano e poi però c’è la realtà, dove le donne non sono così, ma sono esseri pensanti, con una loro sensibilità, una loro volontà e delle loro idee. 

Sono persone che possono non assecondare l’uomo in tutto; possono anche dire di no e addirittura lasciarlo. E il ragazzo spesso si trova disorientato, impotente, impreparato e reagisce con la rabbia che è sintomo di frustrazione e debolezza. 

Questo vale poi anche negli uomini più grandi, se non maturano. Si parla tanto di narcisismo, ma dietro c’è questo. Cosa mi ha salvato da questa mentalità pornografica? Quella che oggi viene osteggiata e considerata medioevale: la morale cristiana. Grazie a Luisa (la moglie ndr) ho intrapreso una relazione che mi ha portato a percorrere un percorso di maturità affettiva. Con lei ho imparato il rispetto per la donna e ad amarla nel dono totale di me. 

Stereotipi di genere: anche sull’uomo pesano, a tuo avviso? 

Senza dubbio. Degli stereotipi esistono ed è giusto smascherarli. Facciamo parte di un contesto sociale che ha delle regole non scritte ma che abbiamo ben scolpite in testa. L’uomo deve essere quello forte, quello che ha successo nella vita, nello sport, con le ragazze. Questo c’è nella nostra mentalità. E quando non ci riusciamo ci sentiamo dei falliti. Io mi sono sentito per tanto tempo così, un mediocre, uno con cui non vale la pena perderci tempo. E questo mi faceva chiudere. Le donne erano per me oggetto del desiderio e problema nello stesso momento. Mi facevano paura perché non mi sentivo abbastanza

E questo lo rivedo in alcuni dei miei figli. Ecco, se c’è uno stereotipo da distruggere è proprio questo. Un uomo non si valuta da queste cose, ma da come è capace di mettersi al servizio del prossimo. Anche a livello sessuale. Esistono degli stereotipi enormi. L’uomo deve sempre essere pronto e perfetto. Invece non è così. Non sai quanti uomini soffrono di ansia da prestazione. Ansia che porta poi a problemi reali come eiaculazione precoce o perdita di erezione. Dobbiamo essere forti e ci basta un po’ di ansia per non essere più capaci di fare l’amore. Capisci che peso abbiamo addosso?   

Leggi anche: Gli ho detto: “Sei solo un amico”. E lui mi ha dimostrato che era un uomo vero… (puntofamiglia.net)

Si incolpa l’uomo per il fatto stesso di essere uomo, ma è questa la strada? La virilità: questa grande sconosciuta. Ne possiamo parlare un po’?

Mi viene in mente una riflessione di Achille Lauro che racconta bene l’avversità che c’è oggi contro la virilità maschile. Il cantante afferma: Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con ‘sta gente volgare per via dei miei giri. Sono cresciuto con ‘sto schifo. L’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna oggetto con cui sono cresciuto. Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza. Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina. Tutto qui? Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore. Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo? Io rispondo: ‘Sono diventato una signorina’

La soluzione alla mascolinità tossica e violenta è quindi quella di trasformarci in un surrogato femminile come propone l’artista? Certamente no. La risposta corretta va in direzione completamente opposta. La soluzione è trasformarci sì, ma da maschio a uomo. Essere pienamente uomo, per noi cristiani di sesso maschile, significa fare nostri gli atteggiamenti e il modo di relazionarsi di Cristo. 

Cristo, che è vero Dio, ma non per questo meno uomo. Uomo pienamente maschio. Un uomo è fisicamente più forte di una donna, almeno solitamente, ma questa forza deve essere utilizzata per custodire e aiutare, non per dominare. Il nostro corpo parla. Come ci spiegano bene Tommaso e Giulia nel loro libro Il cielo nel tuo corpo

Dicci qualcosa di più su questo.

I gameti maschili, gli spermatozoi, sono simbolo di forza, vitalità e virilità. Quando partono alla volta della cellula uovo sono tantissimi. È una corsa sfrenata in una competizione dove vincerà solo uno. Ma quando arrivano all’ovulo è come se si fermassero. Non cercano di ottenere l’accesso all’ovulo con la forza, ma attendono umilmente che sia il gamete femminile a scegliere chi far entrare in lei. C’è una sorta di rispetto. Quando un uomo gestisce la sua forza al servizio della donna e della vita, diventa una creatura meravigliosa in grado di generare vita. L’aggressività, se controllata e incanalata, diventa generatività. Essere uomo significa fare scelte definitive, sacrificarsi per il bene delle persone amate e spostare lo sguardo da sé all’altro. Essere uomo è ciò che Dio vuole da noi. Possiamo pensare a San Giuseppe come esempio di uomo che ha fatto tutte queste cose quando ha protetto e custodito la Santa Famiglia. Ha ragione quindi Achille Lauro quando mette in evidenza le contraddizioni del maschio. Ciò che non funziona non è però il troppo testosterone, come dice lui, ma l’immaturità di tanti maschi che non crescono e non diventano uomini. Come crisalidi che non mutano in farfalle. Il matrimonio in questo percorso è uno dei passaggi fondamentali. Almeno per me lo è stato. Luisa mi ha sposato che ero molto maschio e poco uomo. Con il tempo, con gli errori, con l’amore, con il sostegno reciproco e con la Grazia del sacramento giorno dopo giorno sono cresciuto e se oggi sono una persona migliore, un po’ meno maschio e un po’ più uomo è proprio grazie alla palestra che è e che è stata il nostro matrimonio. 

Come si diventa uomini capaci di proteggere e dare la via?

Io l’ho imparato nel matrimonio. C’è una frase di Costanza Miriano che esprime perfettamente questo concetto. L’uomo si innamora quando ha al suo fianco una donna profondamente bella, che non si lamenta e che non cerca di cambiarlo: una donna spiritualmente profonda, che lo faccia innamorare nella più completa libertà, una donna capace di accoglierlo in tutto, che si fida della sua virilità nell’affrontare il mondo. Quello che arriva in cambio è straordinario: dedizione totale e disponibilità al sacrificio da parte dell’uomo. Per me è stato così. 

Luisa mi ha fatto diventare l’uomo che sono. O meglio la mia relazione con lei. Sentirmi accolto nella verità mi ha aperto il cuore. Sapere che lei c’era e ci sarebbe sempre stata per me mi ha dato la forza di cambiare e di maturare. Sapere che con lei non avevo bisogno di usare maschere ma che potevo mostrarmi senza vergogna in tutte le mie fragilità e anche negli errori. Nella Genesi c’è scritto che la donna viene creata con il meglio dell’uomo. Questo brano andrebbe letto in ebraico. Della donna si parla proprio come della costruzione di un edificio. Viene edificata. La donna è la casa dell’uomo. La sua protezione. Luogo dove viene custodito il cuore dell’uomo. Per me è stato davvero così e lo è tuttora. Proprio la femminilità della mia sposa, il suo essere donna fino in fondo mi permette e mi dà forza e determinazione per dare il meglio di me. Accogliere la sua diversità è qualcosa di estremamente affascinante e meraviglioso. Qualcosa che mi porta a rispettare quel mistero così bello che è Luisa per me, che è la donna per l’uomo. So che finché il mio cuore appartiene a lei è al sicuro dall’egoismo che sempre mi tenta. Poi un consiglio pratico. A me è servito tanto accompagnare Luisa nella scoperta e nell’uso dei metodi naturali. Imparare come il corpo della donna sia una meraviglia e come la vita prenda forma in esso mi aiutano a guardare Luisa sempre con occhi di meraviglia. In lei c’è quel luogo sacro dove diventiamo una carne sola e dove si compie il miracolo della vita. 

Educazione al rispetto e all’affettività: da dove cominciare?

Bisogna parlare con i nostri figli. È importante mantenere un canale di dialogo aperto. Le modalità poi cambieranno nel corso delle varie fasi della crescita dei nostri figli ma non smettiamo mai di rendere conto della bellezza che noi stessi sperimentiamo in una relazione costruita sul rispetto e sull’amore. Noi non possiamo fare gli educatori dei nostri figli. Noi dobbiamo essere educatori per i nostri figli. Mostrare con la nostra vita cosa significa rispettare ed amare. Noi abbiamo tre maschi e una femmina. Hanno dai 14 ai 20 anni. Siamo nel pieno dell’adolescenza e anche del rifiuto delle nostre regole. Ma non smettono di guardarci, questo è certo. Da come io mi comporto con Luisa loro stanno comprendendo che tipo di relazione vogliono costruire per loro. Loro guardando me e Luisa si stanno costruendo una idea precisa di come dovrà essere la persona da amare. Si stanno facendo un’idea di cosa significa amare e essere amati. Si stanno costruendo una consapevolezza di quanto sia preziosa Luisa in quanto donna per me. 
Per visitare il blog di Antonio e Luisa: Matrimonio Cristiano | via di santità e felicità




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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