PERSONAGGI BIBLICI

Cosa direbbe Noè se fosse intervistato oggi? Lasciate che ve lo raccontiamo noi…

Immagine derivata da: Lorenzo Monaco (Piero di Giovanni), Noah, The Metropolitan Museum of Art - New York

di Elisabetta Cafaro

Avete mai pensato a cosa direbbero, se venissero intervistati oggi, i personaggi più importanti della Bibbia? Cosa ci racconterebbero della missione affidata loro da Dio? Due alunni di un liceo, propongono ora la loro intervista immaginaria a Noè, uomo scelto dal Signore per costruire la famosa arca in vista del diluvio universale. Ecco cosa ha lasciato detto Noè ai nostri ragazzi…

Noè, Mosè, Giobbe, Giuseppe, Davide, Eva, Maria… eccoli, con grande meraviglia, venire fuori dalle pagine del libro dei libri. Sì, sono proprio loro: quei personaggi senza tempo che hanno lasciato un segno nella storia di Dio e che – guarda un po’… – si sono “introdotti” con gentilezza tra i banchi di scuola, attraverso la nostra virtuale trasmissione L’“intervista immaginaria”, felici di poter parlare alla generazione “Z”, creando quella linea di continuità tra passato, presente e futuro che eternizza la storia d’amore senza tempo tra l’uomo e Dio, donando con parole sempre nuove e attuali quel sapiente messaggio che porta in sé la fede, la forza e la costanza necessarie per dominare le difficoltà della vita, aiutando così a vedere il mondo con gli occhi di Dio.

Buongiorno! A “Interviste impossibili” abbiamo il piacere di avere molti personaggi famosi dell’Antico Testamento che ci lasciano un messaggio senza tempo di amore, preghiera e affidamento sincero a Dio. Oggi vi presentiamo l’intervista a Noè.

Intervistatore: Ben trovato, Noè.

Noè: Ciao. È un piacere per me poter parlare con persone d’altri tempi.

I: Anche per noi è un onore averla qui; in ogni caso non perdiamo altro tempo e iniziamo subito l’intervista. Penso che oggi tutti conoscano la sua storia, ma saremmo molto desiderosi di sapere per quali ragioni è stato scelto da Dio; come ci si sente?

N: Sinceramente all’epoca non sapevo nemmeno chi fosse Dio, tant’è che – sentite le sue parole – mi limitai a eseguire i suoi ordini. In ogni caso, se da un lato ero onorato per avere ricevuto un compito tanto importante, dall’altro ero spaventato da questa responsabilità e da quel ruolo.

I: Molto interessante! E a proposito di ciò, per la precisione, che cosa le ordinò di fare Dio? 

N: Dio mi disse che era stanco di tanta insolenza e malvagità da parte degli uomini, tanto da decidere di sterminarli con un diluvio che avrebbe allagato l’intero pianeta, ma decise di salvare l’unico uomo – che a sua detta – era giusto. Perciò mi ordinò di costruire un’arca di legno di cipresso, grazie alla quale avrei potuto salvare la mia famiglia e due animali per ogni specie, un maschio e una femmina.

I: Riguardo al materiale, ci chiarisca una cosa: perché proprio il legno di cipresso per l’arca?

N: Il cipresso, alla mia epoca, era un legno simbolicamente molto importante in quanto sempreverde, perciò era ritenuto immagine dell’immortalità, nonché augurio di longevità. Costruire l’arca con questo materiale doveva quindi essere di buon auspicio. Inoltre, il legno di cipresso, grazie alla sua resistenza contro le intemperie, assumeva anche un altro significato: augurio di scampare ai pericoli e alle difficoltà.

I: Che informazione in particolare le ha fornito Dio sull’arca?

N: Per la verità, il Signore mi disse di costruire un’arca di trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza, ricordo ancora alla perfezione quelle misure. Mi chiese poi di spalmarla di bitume, sia internamente sia esternamente.

I: Oh, che impresa per l’epoca! Ebbene, Dio quanto tempo le diede per preparare l’arca? E sapeva inoltre quanto tempo sarebbe durato il diluvio?

N: Era il diciassettesimo giorno del secondo mese del mio seicentesimo anno di vita quando Dio mandò il diluvio, e in realtà ebbi solo sette giorni di tempo prima che si aprissero le cateratte del cielo. Il diluvio poi durò per quaranta giorni e notti, ma ne dovettero passare ben centocinquanta prima che le acque si abbassassero.

I: Ora ci dica per quale ragione, finito il diluvio, ha deciso di mandare una colomba e quella ritornò con un ramo d’ulivo? All’epoca come ha interpretato questi simboli?

N: Al tempo, pur capendone l’importanza, non mi era chiaro il loro significato, ma oggi, dopo aver appreso molto sulla grazia di Dio, tutto mi appare più chiaro.

I: In questo momento ci è arrivato un messaggio da un nostro ascoltatore, Adamo, che chiede se lei abbia avuto altri contatti con il Sommo Padre da allora…

N: In effetti, dopo il diluvio, innalzai un altare a Dio sacrificai degli animali, come segno di ringraziamento, nonché di rispetto.

I: Ora, prima di lasciarci, ci tolga una curiosità: dopo la sua incredibile e unica esperienza, le è chiaro quale sia il cosiddetto “Piano di Dio” per i cristiani?

N: Nella modestia della mia esperienza e della mia intera vita, mi è risultato chiaro come il messaggio di Dio non sia limitato ai soli Cristiani, bensì sia universale e destinato a chiunque. Io stesso ero pagano, eppure la sua voce mi è arrivata. Ora però è giunto per me il momento di salutarvi, grazie di tutto e a presto.

I: Grazie a lei!

Servizio di: Andrea Troiano 1 Ac

Anche Flavia ha deciso di intervistare Noè, perché, come lei stessa scrive, lo considera una figura affascinante della Bibbia. Insieme alla sua grande arca, educa a seguire il Signore, l’unico in grado di proteggerci dal male con il suo amore e di donarci la salvezza.

– Salve Noè come sta? Vorrei farle alcune domande sulla sua vita e sulla grazia a lei offerta da Dio.

– Buonasera, bene grazie.

– Lei è conosciuto da tutti come protagonista del diluvio universale, ci vuole spiegare la storia, il perché e le sensazioni provate per aver parlato con Dio?

– Certo, il diluvio universale è avvenuto tra il 3000-2800 a.C. circa, a causa di un cratere di 30 km, che causò a sua volta giganteschi tsunami con l’inondazione di coste e isole.

È stato Dio il mio salvatore, mi affidò il compito di mettere in salvo le specie animali e la mia famiglia in un’arca per sette giorni.

Dopo il diluvio feci uscire una colomba che tornò col ramoscello di ulivo come segno di ritiro delle acque. Dopo altri sette giorni, avendola nuovamente inviata, la colomba non ritornò più testimoniando così che la Terra poteva essere nuovamente abitata.

E fu così l’inizio della nuova stirpe, con me il capostipite e Dio il mio esempio.

Non si può descrivere la sensazione di parlare con Dio con solo delle parole, senza di esso nulla sarebbe esistito e, ora, non sarei qui a parlare con voi!

-Wow, che storia fantastica, allora davvero Dio ci protegge sempre e ci accompagna in ogni momento della nostra vita.

Grazie mille Noè per averci raccontato questa bellissima storia, alla prossima!

– Grazie a voi…

Flavia




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