CHIESA E SESSUALITÀ

Il sesso per i cristiani è finalizzato solo alla procreazione? No, Brignano, ti sbagli!

coppia

Ci risiamo. Ancora una volta, in prima serata su Rai Due, migliaia di telespettatori si sono bevuti la bugia che per i cristiani la sessualità è finalizzata solo alla procreazione. A sostenerlo, con ironia e con la sua contagiosa simpatia, è stato Enrico Brignano, noto attore e showman romano, nel programma “Tutto suo padre… e anche un po’ sua madre”, in onda nella serata del 22 gennaio.

Il comico ha presentato un lungo monologo, nel quale ha trattato anche il tema della sessualità, attraverso battute frizzanti. Non sono mancate frecciatine alla religione cristiana.

Ora, non voglio soffermarmi sulle derive maschiliste che il discorso ha assunto in alcuni tratti (ad esempio, quando è stata derisa la donna che prima di consegnare la sua verginità si fa troppi problemi così da far passare all’uomo la voglia) o sui termini inadeguati che sono stati usati in alcuni punti (Stando al comico, l’uomo ad ogni uscita si aspetta “di rimediare qualcosa”, come se la donna fosse una dispensatrice di prestazioni e non una persona da accogliere nella sua interezza).

Mi sono già soffermata, di recente, sulla necessità di pretendere rispetto per la donna a tutti i livelli, pure dal mondo dell’arte, perché i cambiamenti per attuarsi hanno bisogno dell’appoggio della cultura.

Quindi, sorvolando al momento su questo, vorrei concentrarmi sull’inesattezza più grave dichiarata dallo showman: ovvero che per la Bibbia (o per la Chiesa, non è molto chiaro: ma, in poche parole, per i cristiani) la sessualità è finalizzata solo alla procreazione. 

“E quanti figli dovemo fa?”; si è domandato, per poi proseguire: “Per il resto del tempo, la donna dovrebbe imballarla?”. 

Insomma, o fai figli senza pause o niente sesso per il resto della tua vita.

Chiaramente, Enrico Brignano ignora tutta la bellezza della teologia del corpo e il concetto di paternità e maternità responsabili. Ignora l’esistenza dei metodi naturali, (insegnati, per fare un esempio, da persone che lavorano al Policlinico Gemelli di Roma, non dalla nonna che tesse con l’uncinetto) che permettono di distanziare le gravidanze ove ci sia necessità, per vari motivi.

Ignora anche che l’unione dei corpi è anzitutto per la comunione degli sposi e che i figli, come aveva sapientemente intuito Paolo VI, seguito da tutti i papi successivi, sono “sovrabbondanza” dell’amore, non causa dello stesso. Non si fa l’amore per generare figli. Si fa l’amore per unire in modo viscerale, indissolubile, la propria vita a quella di un altro, mediante il vincolo della carne. Diventando, appunto, una sola caro. 

I figli nascono da quell’amore, ma non lo originano. Mai.

Potrei rivolgermi al comico e dirgli di aggiornarsi, di studiare meglio il Vangelo, il catechismo, i documenti magisteriali, di leggere i discorsi dei papi, ma non è questa la priorità (anche se l’attore non perderebbe una bella occasione: scoprire qualcosa di nuovo).

Perché il vero problema per noi cristiani non è l’ignoranza di Brignano, ma il fatto che migliaia – forse milioni – di telespettatori possano beversi una castroneria di tale portata senza che si accenda una lampadina che li porti a dire: “Guarda che ti sbagli. La Chiesa non dice questo…”.

Leggi anche: Sei ancora vergine? Niente paura… non sei uno “sfigato” (puntofamiglia.net)

Se c’è così tanta ignoranza diffusa (è solo Brignano ad avere questi pregiudizi? Io non credo), quando la Chiesa sono decenni che nel suo Magistero insiste sulla bellezza della sessualità, sul concetto di paternità e maternità responsabili, sull’importanza di preservare anzitutto l’unità, perché i figli ne sono meraviglioso frutto, non causa… allora forse la colpa è anche nostra, che non proponiamo con forza e in modo capillare il messaggio. 

È vero che non abbiamo molte occasioni di incontrare i giovani e le coppie, perché tanti smettono di frequentare la parrocchia in adolescenza e non si sposano in Chiesa o non si sposano proprio (anche di questo chiediamoci seriamente il perchè), ma è vero anche che, pure qualora vengano ai nostri corsi prematrimoniali, spesso non si ha il coraggio di toccare il tema della sessualità, per paura di far sentire giudicate le persone o semplicemente per inadeguatezza o imbarazzo. oppure, anche chi tiene questi incontri non ha ben chiaro il messaggio che la Chiesa propone. (Nel corso prematrimoniale che frequentai io nel 2013, ad esempio, ci dissero che “Quando fare l’amore in una coppia è soggettivo”. Nessuno ha avuto il coraggio di parlare di castità, prima del matrimonio e nel matrimonio).

Qualche tempo fa, ho incontrato una coppia di fidanzati che aveva da tempo rapporti sessuali. Entrambi erano praticanti, andavano alla messa, erano figli di persone molto attive nella loro parrocchia. Insomma, cristiani, vicini alla Chiesa. 

Ero stata invitata dal parroco a presentare il libro “Voglio donarmi completamente a te. Per un’intimità liberata e liberante” (Punto Famiglia, 2022), ho spiegato cosa afferma la Chiesa sulla sessualità e questi due sono rimasti meravigliati. 

Mi hanno detto: “Non pensavamo che la Chiesa dicesse questo sul sesso, anzi, pensavamo che per la Chiesa fosse un po’ un tabù, che fosse tutto peccato”. Avevano sempre avuto timore, pur sentendone la necessità, di tirare fuori il discorso della sessualità con un sacerdote, non erano riusciti a parlare dei problemi che avevano su quella sfera, per paura. 

Si sono sentiti così sollevati, invece, dal sapere che Dio voleva per loro solo il meglio, che non li giudicava, ma intendeva aiutarli a vivere in pienezza una sfera importantissima della vita di coppia.

Caro Brignano, è il mondo che considera il sesso un tabù. Lo si mostra ovunque, ci si scherza sopra come fai tu, ma non se ne parla mai seriamente.

È il mondo che considera il sesso solo uno strumento per la procreazione (una volta un amico ateo mi ha detto: “Perché dare tanta sacralità al sesso? Siamo animali, in fondo, abbiamo un istinto sessuale perchè la natura ci chiama a riprodurci, per questo facciamo sesso”).

Eppure, non è principalmente a te, che fai l’attore di lavoro, che sento di dovermi rivolgere; ma ai nostri pastori, a coloro che lavorano per il Regno di Dio e che hanno ricevuto espressamente dal Signore la missione di essere sale della terra, luce del mondo. 

Annunciate la verità di Dio sul sesso, vi prego! Studiate, fatevi aiutare da coppie preparate, leggete libri sul tema, chiamate persone che sappiano comunicare; fate il possibile per dare alle persone gli strumenti. Altrimenti, poi, non avranno altra scelta che credere a qualsiasi cosa, anche fosse detta da un comico in tv, che del messaggio della Chiesa sulla sessualità – con rispetto parlando – non ha capito proprio nulla.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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