VOCAZIONI

Si può recuperare la purezza? Storia di Clare Crockett: dai festini alla vita da suora

(Foto derivata da: https://it.hermanaclare.com/)

Clare Crockett, giovane attrice irlandese, viveva nei vizi e nell’impurità. Un giorno Gesù le toccò il cuore. Si stava aprendo per lei una porta importante nel mondo del cinema, ma proprio in un hotel di lusso, prima di andare sul set, capì di non essere felice. Lasciò tutto. Divenne suora. Morì a 33 anni, per un terremoto, in Ecuador, mentre, finalmente felice, prestava servizio tra gli ultimi.

Quando si imbocca una strada sbagliata nella vita, si può pensare di essere “ormai senza speranza”. Oggi mi chiedo e vi chiedo: è possibile recuperare la purezza, dopo averla perduta? Si può “tornare vergini nel cuore” e donare la propria vita agli altri, uscendo dai vizi della carne?

Ho deciso di raccontarvi la storia di Clare Crockett, per dimostrarvi che davvero Dio fa nuove tutte le cose! 

Suor Clare nacque il 14 novembre 1982 a Derry (Irlanda del Nord), in una famiglia cattolica. Ricevette i sacramenti, ma smise di frequentare la parrocchia durante l’adolescenza. 

Amava la recitazione e sognava in grande: voleva diventare una star del cinema. A soli 15 anni l’avevano già assunta come presentatrice di programmi televisivi per uno dei più importanti canali del Regno Unito. All’età di 17 anni si interessò a lei il canale statunitense “Nickelodeon”.

Lavorava in tv, era sempre circondata da amici e bei ragazzi che la corteggiavano, le occasioni per divertirsi non le mancavano: cos’altro avrebbe potuto desiderare?

Clare non sapeva che il Signore aveva in mente per lei qualcosa di più grande. Tutto iniziò durante la Settimana Santa del 2000, quando finì in Spagna, apparentemente per caso, in un pellegrinaggio organizzato dalle serve del Focolare della Madre, a causa di un malinteso con un’amica. Pensava fosse un viaggio turistico, non certo un ritiro spirituale. Quando scoprì l’equivoco, dopo un primo momento di sconcerto, decise di partire lo stesso. 

E in quel pellegrinaggio, il Signore iniziò a lavorare il suo cuore. Ci fu un momento di preghiera durante il quale i fedeli si avvicinarono al presbiterio per adorare e baciare la croce. Clare non ne aveva affatto voglia – pensava solo a quando sarebbe finito tutto, perché doveva fumare – ma si unì alla fila, perché lo facevano gli altri. 

Quando fu il suo turno, sentì come se qualcuno la stesse prendendo a schiaffi. Tornò a sedersi piangendo e ripetendo: “Lui è morto per me. Mi ama! Perché nessuno me l’ha detto prima?”. 

Dio le aveva donato di capire quanto l’amasse, ovvero fino al dono della vita sulla croce. Intuì per la prima volta che l’unico modo per ricambiare un amore così grande era donare a Dio tutta la vita. Si meravigliava lei stessa, ma aveva sentito proprio in quel momento la chiamata a farsi suora.

Quando ritornò in Irlanda, però, ricadde di nuovo nelle tentazioni. Faceva uso di sostanze, beveva e non si comportava seriamente con i ragazzi. 

Ci fu un altro ritiro, a Roma, sempre con le Suore del Focolare, dove sentì ancora più forte la chiamata del Signore a “vivere come loro”, come le suore, ma di nuovo, tornata in Irlanda, ricadde nei vizi. Era affezionata alla vita mondana e non riusciva a cambiare.

Nel frattempo, fu impegnata come attrice nelle riprese del film “Sunday”, del regista Charles McDougall. Entrò di nuovo nella voragine della superficialità. Una notte esagerò con l’alcool, e quando stava vomitando nel bagno di una discoteca, sentì che Gesù le diceva: “Perché Mi continui a ferire?”

Poco tempo dopo, mentre si trovava sola in un importante hotel di Londra e stava leggendo l’orario per le registrazioni del giorno dopo, si sentì vuota. Di nuovo il Signore le diceva di donargli la sua vita, perché solo così si sarebbe sentita piena, appagata realmente, felice. A quel punto, finito il lavoro sul set, decise davvero di lasciare tutto. Non ascoltò nessuno: né i famigliari che la supplicavano di restare, né le promesse del suo manager. L’11 agosto 2001, giorno in cui la Chiesa celebra Santa Chiara, diventò postulante delle Serve del Focolare della Madre, all’età di 18 anni. 

Raccontò di essersi trovata come su una scogliera: “Sai che devi saltare, – diceva nelle testimonianze – e hai tantissima paura, però sai che devi saltare, perché colui che ti prenderà è il Signore. Sapevo che dovevo lasciare tutto ed era come se stessi saltando da una scogliera, stavo perdendo il controllo della mia vita, perché la stavo dando a Lui”. 

Non fu facile. Come ricorda il suo padre spirituale, Padre Rafael, era cresciuta in un ambiente di odio e di violenza. Vivere a Derry – con le sue lotte sanguinose per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal governo del Regno Unito – aveva ferito profondamente il suo cuore (una volta aveva visto coi suoi occhi un soldato saltare in aria, quando era solo una bambina), e quella fu la prima cosa che dovette sanare. 

Iniziò un percorso di formazione difficile e travagliato. “Doveva passare dalla violenza all’amore – spiegherà padre Rafael – Dalla violenza alla serenità, alla pace… Questo non si fa da un giorno all’altro, come neanche si può convertire da un giorno all’altro una ragazza il cui sogno è quello di essere una attrice famosa di Hollywood”.

Tuttavia, Clare era docile e lasciava che il Signore levigasse la sua vita, togliendole a poco a poco ciò che non si addiceva ad una suora, in primis la mania di protagonismo. 

Il suo manager, però, non si arrendeva alla “scelta folle” di questa ragazzina: cercava di convincerla a tornare, le diceva che stava buttando via la sua vita. Lui era convinto del suo talento: sapeva che sarebbe arrivata lontano, nel mondo del cinema, ma Clare si mantenne sempre fedele al Signore.

Leggi anche: “Non trovo un minuto di pace”. Storia di un prete che ha dato tutto (puntofamiglia.net)

Emise i suoi voti perpetui l’8 settembre 2010. E da quel momento intraprese numerose missioni. Fu sempre dedita verso i giovani, i bambini, i malati. 

Voleva in particolare che i più piccoli imparassero a parlare con Gesù, ma prima di tutto ad ascoltarlo, a gustare la sua presenza. Ai ragazzi non temeva di mostrare la via della castità. Ricordava le bugie e le schiavitù che avevano intrappolato lei, da adolescente, e perciò li esortava con fermezza: “Non perdete la purezza!”

Le ragazze, in particolare, erano tutte intorno a lei, la ammiravano. Erano attratte dalla sua bellezza interiore, dalla forte decisione, dalla capacità di non scendere a compromessi col male.

Questa serietà, che la caratterizzava quando si trattava di cose importanti, era accompagnata da un carattere allegro e giocherellone. Aveva sempre uno sketch pronto, da brava attrice qual era. 

Nell’ottobre del 2012, dopo aver operato in Spagna e negli Stati Uniti, Sr. Clare ricevette una nuova destinazione: l’Ecuador. Sarebbe stata l’ultima.

Anche lì diede il meglio di sé. Molte sono le testimonianze e i racconti di conversioni avvenute grazie a lei. C’era un ragazzo che non rispettava nessuno e rifuggiva ogni regola, ma quando conobbe suor Clare si addolcì, lei lo conquistò e a poco a poco migliorò. Questo ragazzo non era battezzato, ma fu così colpito dal modo di vivere della suora che desiderò diventare cristiano e si fece battezzare.

Nel 2014, fu mandata in una comunità in Ecuador, a Playa Prieta, in una scuola in cui bambini e bambine con poche risorse economiche possono accedere a un’educazione cattolica e di qualità grazie agli aiuti di borse di studio offerte da molti benefattori. 

Dopo l’intensa giornata di lezioni e di attività scolastiche, si dedicava al lavoro parrocchiale e all’assistenza di numerose famiglie povere. 

A Pasqua del 2016 ricevette un regalo inaspettato: vennero le consorelle degli Stati Uniti in Ecuador. Fu quasi strano per loro ritrovarsi tutte insieme. Si chiedevano come mai, per la prima volta, la Madonna le avesse fatte ritrovare tutte lì, quell’anno (di solito partivano solo alcune di loro).

Soltanto più avanti capirono che era un addio o, meglio, che era un arrivederci in Cielo. Anche se, forse, suor Clare, lo aveva intuito, tanto è vero che salutando le sorelle al momento della loro ripartenza per gli Stati Uniti disse: “Ci vediamo in cielo”.

Alle 18.58 di sabato 16 aprile 2016 iniziò una forte scossa di terremoto, proprio dopo la settimana molto dura per le forti inondazioni che giorni addietro Playa Prieta aveva subito. 

Quando iniziò il terremoto le suore erano appena tornate dalla Messa nella parrocchia del paese. Era già buio. Sr. Clare, con un gruppo di ragazze, era al primo piano. Stavano tenendo una lezione di chitarra e stavano per riunirsi al resto delle suore che erano in casa per pregare il rosario in comunità. 

Non ci fu tempo, perché la forte scossa fece crollare l’edificio in cui si trovavano le quattro suore e sette ragazze. Tre suore e due ragazze furono recuperate e ritrovate vive. Suor Clare e cinque ragazze, invece, restarono sotto le macerie fino al giorno dopo. 

In quella notte, le suore del Focolare, non solo quelle presenti in Ecuador, e Padre Rafael restarono svegli, in preghiera, per non lasciare sole suor Clare e le ragazze, fino a quando non fosse arrivata la ruspa, l’indomani, per tirarle fuori. 

Una di loro, però, mentre pregava perché suor Clare fosse salva, sentì come una voce, dentro di lei, che diceva: “Non preoccupatevi di me, sto molto bene”.

In quel momento la suora capì e si preoccupò molto, invece: le parve che la suora la stesse rassicurando dal Paradiso. Allora iniziò a pregare più intensamente: “Maria, fai qualcosa! Restituisci l’anima al suo corpo! Non lasciare che muoia!”

Ma l’indomani, il suo corpo e quello delle altre cinque ragazze furono ritrovati senza vita, provocando grande dolore in tutti coloro che pregavano di rivederle vive.

Clare è stata ritrovata, sotto alle macerie, con in mano il plettro della chitarra: l’ultima cosa che ha fatto in vita è stata suonare e cantare per Gesù. 

Nello stesso giorno del terremoto, a pranzo, la conversazione era girata proprio attorno al tema della morte e Sr. Clare aveva detto con molta sicurezza: «Io non ho paura della morte. Perché dovrei avere paura della morte se vado da Colui con cui ho sempre anelato stare tutta la mia vita?».

Eppure, la sua vita non è finita quel giorno. 

Lei sapeva che sarebbe morta giovane, “all’età di Gesù, forse”. E infatti ha lasciato questa terra proprio a trentatré anni, per proseguire la sua missione di portare anime a Dio dal Cielo.

Durante il suo primo ritiro in Spagna, all’età di diciassette anni, ancora in lotta con tutti i suoi vizi mondani, lo aveva detto, con tanta schiettezza ed ingenuità al tempo stesso: “Sarò una suora famosa”. Quella frase, detta senza alcuna consapevolezza del significato che avrebbe assunto, si è rivelata, alla fina, una profezia.

La storia di suor Clare è stata inserita in “Diario della Felicità 4” (Cecilia Galatolo, Sr Dolores Boitor, Mimep Docete). 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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