MATRIMONIO CRISTIANO

Cos’ha di speciale il matrimonio cristiano? La presenza di Gesù

Eucaristia e sposi

Che grande responsabilità hanno gli sposi cristiani: da come si amano – pur coi loro limiti e difetti – le persone che li guardano dovrebbero vedere un riverbero dell’amore di Dio sulla terra. Dovrebbero poter dire: “Riconosco nel loro amarsi il modo in cui Gesù ci ha amato”. Pensate sia pura teoria o un’utopia? Io personalmente no: perchè ne ho conosciute molte di coppie così.

Il matrimonio esiste in ogni cultura e tradizione, eppure, cosa c’è di peculiare nella scelta di sposarsi in Chiesa, ovvero in Gesù e con Gesù?

In questo caso, le promesse si scambiano davanti ad un Dio che ha dato la sua vita morendo in croce. Si sceglie di seguire il Vangelo, con tutte le sue gioie e le sue responsabilità, nella vita matrimoniale. 

Certamente, non si potrà abbracciare il Vangelo nella coppia se prima non lo si è accolto nella vita personale di ciascuno.

Amare l’altro come Cristo ci ama e come Cristo lo ama: questo dovrebbe essere il matrimonio cristiano; ma come ci ama Cristo? 

La prima domanda che dovremmo farci – e il tempo di Quaresima è un momento particolarmente propizio – è: “Io sperimento l’amore di Dio?” e poi: “Lo sto accogliendo nella mia vita?”.

E ancora: “Come ama Cristo mia moglie, mio marito? Cosa posso fare io perché l’altro si senta accolto nelle sue fragilità, valorizzato nei suoi pregi, come farebbe Gesù o, meglio, come vuole fare oggi concretamente attraverso di me?”.

L’amore di Gesù è un amore di predilezione. È un amore che non guarda il proprio tornaconto. Nella vita di coppia abbiamo bisogno di reciprocità, di essere in comunione, altrimenti la relazione non sta in piedi, ma non dobbiamo scordare che l’amore proposto da Gesù è sempre dono, anche nel matrimonio, e anche nei momenti di maggior fatica (può capitare di avere attriti e tensioni!) e non vede una sconfitta nel perdono, nella pazienza, nella mitezza, nella voglia di ricominciare sempre da capo. 

Pensate che grande responsabilità hanno gli sposi cristiani: da come si amano – pur coi loro limiti – le persone che li guardano dovrebbero vedere un riverbero dell’amore di Dio sulla terra. Dovrebbero poter dire: “Riconosco nel loro modo di amarsi il modo in cui Gesù ci ha amato”.

Pensate che sia pura teoria o un’utopia?

Personalmente, ne ho conosciute molte di coppie così: di coppie alleate, aperte agli altri, piene di entusiasmo, con tanta voglia di operare insieme il bene, coppie in cui la correzione fraterna prende il posto dell’umiliazione che denigra. Coppie in cui, se ci si umilia e offende (e può succedere a chiunque!) ci si chiede scusa, pensando a come migliorare per il futuro.

Coppie che, forse, hanno vacillato, ma poi hanno ritrovato la bussola nel sacramento del matrimonio, ricevuto il giorno delle nozze.

Leggi anche: Due sposi raccontano: “Abbiamo permesso al diavolo di rovinare il nostro matrimonio (puntofamiglia.net)

Mentre scrivo, mi vengono in mente volti, nomi, luoghi concreti in cui ho potuto vedere che sì: la famiglia può essere il luogo in cui inizia il Paradiso. Eppure, al tempo stesso, purtroppo, può essere il luogo dove mette le radici più profonde l’inferno. 

Queste consapevolezze mi hanno portato alla scelta di scrivere un libro: “L’arte di rovinare i matrimoni. La missione di un giovane apprendista diavolo” (Mimep Docete, 2023), in cui i protagonisti, sposati in chiesa e con una grande fede in Dio, cercano di vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno. 

Ad un certo punto, però, qualcosa si rompe. La relazione affronta una crisi.

Luca e Alice, protagonisti di questa vicenda, iniziano ad allontanarsi e a ferirsi, perché sono entrati all’opera due apprendisti diavoli, Zecca e Piattola, che, per conseguire la laurea come “Disturbatori della gioia coniugale” devono portare questi coniugi al divorzio. Una relazione inizialmente bellissima si sgretola, a poco a poco.

Finché non accade qualcosa che ristabilisce la rotta. Entrano in scena delle persone amiche, che non hanno mai smesso di credere nel loro matrimonio. E li aiutano a compiere un atto di fede che cambierà il finale della storia…

Perché non riflettere, in questo tempo di Quaresima, sulle miriadi di tentazioni che assalgono gli sposi e la famiglia, per combatterle, con l’armatura di Cristo? 

Il libro è un romanzo, ambientato a tratti sulla Terra, a tratti all’Inferno, ma con lo sguardo sempre rivolto al Paradiso. Non banalizza l’esistenza del demonio, né vuole terrorizzare il lettore. Utilizzando una storia di fantasia, simile ad una favola moderna che segue le orme di Le lettere di Berlicche di C.S. Lewis, si vuole offrire un piccolo aiuto per ritrovare la fede nell’Onnipotente, anche di fronte alle tentazioni più grandi. Smascherando gli inganni del diavolo e mostrando la superiorità di Dio, vorremmo che il lettore arrivasse a chiedersi, come san Paolo: Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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