Solidarietà

I veri vincitori nelle guerre? Coloro che portano aiuti umanitari

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(Foto: Little Perfect Stock - Shutterstock.com)

La Quaresima è tempo propizio per riflettere sulle cosiddette “opere di misericordia”, quali: dare da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire coloro che sono privi di vestiti. Oggi potremmo lasciarci interrogare da coloro che sfidano persino la paura delle bombe per raggiungere popolazioni stremate. Ogni volta che c’è carità, anche in mezzo al grigiore della guerra, germoglia il Regno dei Cieli. 

Quando accendiamo il telegiornale e sentiamo delle tante, terribili, guerre, che impazzano nelle varie parti del mondo può venire spontaneo perdere fiducia nell’essere umano: “Non impareremo mai, siamo davvero incapaci di volerci bene, non capiamo il valore della fratellanza”.

Ciò che dimentichiamo, però – e che anche i giornali non hanno troppo spesso cura di ricordare – è che, oltre a tanto dolore e a tanta crudeltà, c’è una schiera di persone di buona volontà, generose, piene di compassione che rischiano la loro vita per salvare quella di altri.

Pensiamo a coloro che si adoperano per far avere cibo, acqua, sfidando perfino le bombe, alle popolazioni più colpite da queste atrocità. 

Mentre i potenti si preoccupano di strappare un lembo di terra al proprio “nemico”, il Regno dei Cieli cresce in ogni pezzo di pane condiviso da queste tante persone che forse passano sotto silenzio nelle nostre cronache. 

Mentre qualcuno si illude di essere Dio e si preoccupa di conquistare più pezzetti di mondo possibili, distruggendolo, qualcun altro ha capito che nessun territorio, nemmeno il più ricco e prospero, vale più di ogni essere umano.

Soprattutto nei luoghi più colpiti dai conflitti, risuona l’invito di Gesù a mettere l’amore al centro della propria vita, perché Cielo e Terra passeranno, ma l’amore di Dio no. Cadranno i potenti, ma la carità è per sempre.

Leggi anche: “Non trovo un minuto di pace”. Storia di un prete che ha dato tutto (puntofamiglia.net)

È da sciocchi credere che disponiamo veramente delle cose di questo mondo, che oggi ci sono e domani non ci saranno più. 

È da sciocchi perseguire i nostri obiettivi, senza curarci dell’altro, perché è sull’amore che saremo giudicati.

Ci mette in guardia l’evangelista Marco:

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, (Gesù) disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?” (Mc 8, 34-38)

Troppo poco ne parlano i giornali, troppo poco ne parliamo noi, quando ci rassegniamo, disfattisti, alla brutalità delle notizie; ma c’è chi “perde la propria vita” per il Vangelo.

Esistono i giusti del Vangelo, quelli che, forse, verranno sorpresi dal riconoscimento di Gesù (“Avevo fame e mi avete dato a mangiare”). Esistono e operano in ogni parte del mondo. Non dimentichiamoci di loro, perché in mezzo al rumore delle bombe sono loro, miti e laboriosi, che si stanno assicurando l’eredità della terra.

Nella loro piccolezza, stanno facendo parte di quel rinnovamento del mondo iniziato da Cristo.

Nella loro piccolezza donano a noi la speranza che un mondo migliore non è solo possibile e auspicabile, ma, in qualche angolo di mondo, tra conflitti e altre zizzanie, esiste già.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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