Donne, vita, aborto: dal Movimento per la Vita un invito a dialogare

Confusione, pregiudizi, accuse infondate: queste le parole che definiscono bene il clima degli ultimi giorni intorno alla vicenda che ha interessato la presenza dei volontari per la vita nei consultori. Il Movimento per la Vita risponde con una nota pacata ma precisa, tesa ad offrire proposte concrete e un cambiamento di passo necessario quando si parla di vita nascente.  

Il Movimento per la Vita italiano prende una posizione netta sulla polemica delle ultime settimane rispetto alla possibilità dei consultori di collaborare con realtà territoriali di volontariato che hanno una consolidata esperienza nel prendersi cura della maternità e dunque anche del figlio che vive nel grembo della mamma. Lo fa con una Nota, a firma della presidente Marina Casini, in cui ribadisce innanzitutto la propria esperienza decennale avendo accolto, sostenuto ed accompagnato 856.000 donne nel nostro Paese dal 1975 attraverso i Centri di Aiuto alla Vita, le Case di Accoglienza, SOS Vita e Progetto Gemma. 

E proprio alla luce di questo lavoro, spesso nascosto e non percepito ma concreto e continuo, il Movimento ribadisce che «il dissenso verso l’operato dei volontari dei Centri di aiuto alla Vita» mostra che la politica e i media spesso non hanno «la minima idea di cosa facciano realmente ogni giorno da anni, di come operano, dello stile di accoglienza – sempre con e per le donne, accanto alle donne –, della gratitudine che proprio le donne manifestano apertamente per il sostegno e la disponibilità ricevuti in un momento di difficoltà. Quante donne felici di essere state liberate dai condizionamenti che le avrebbero spinte verso l’aborto!». 

Perché non diamo voce proprio alle donne che sono state aiutate e accompagnate invece di favorire questo clima di ostilità e di odio? Lanciamo un appello: donne che avete accolto la vita parlate voi. È fin troppo semplice servirsi delle proprie posizioni per mettere in evidenza ed esasperare solo una parte del dibattito. Come afferma la Nota: «la strumentalità aggressiva» è «sempre pessima consigliera e portatrice di divisioni profonde che rischiano di inquinare la percezione dell’opinione pubblica rispetto a un servizio volontario del tutto disinteressato, generoso, mai giudicante e sempre rispettoso della volontà delle donne». 

Il MpV chiede che «i toni si abbassino e si torni ad ascoltarsi, nell’interesse di tutti, e in particolare delle persone che vivono situazioni difficili». Una richiesta doverosa in un Paese che sembra sempre di più bandire il dibattito sul tema dell’aborto e derubricare i volontari per la vita ad una massa impreparata di fanatici. Non è così, sulla formazione, l’attenzione alle donne, l’amore per le madri, il MpV in questi anni ha speso le sue migliori energie. Di questo nessuno parla. 

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La Nota, oltre a ribadire il dispiacere, mira anche ad essere propositiva attraverso cinque le proposte per dare concretezza all’appello. Prima di tutto l’invito a «giudicare l’intervento regolatorio appena varato alla luce dell’effettivo dettato della legge 194». Qui all’articolo 2 si afferma che “i consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. «Quella parola – anche – ha un valore da considerare con attenzione» afferma la Nota «perché apre lo spazio per una collaborazione tra istituzioni e volontariato per l’intera gravidanza e oltre il parto, com’è interesse delle donne». Poi ribadisce la necessità di «conoscere la presenza già in atto da anni dei Centri di Aiuto alla Vita nelle istituzioni sanitarie sulla base di accordi trasparenti e nella reciproca soddisfazione».

Partire dal «rispettare il pensiero – fondato sulla scienza e sulla ragione – di chi riconosce nel non nato un essere umano a pieno titolo, “uno di noi”, uguale in dignità a tutti gli esseri umani e perciò titolare dei fondamentali diritti dell’uomo». Invita a «dialogare senza pregiudizi ascoltando le ragioni gli uni degli altri col sincero interesse di capire come arricchire il proprio punto di vista». Infine «trovare un terreno comune di azione per ridurre il ricorso all’aborto una volta che il concepimento è avvenuto e aiutare le troppe donne che ancora sono costrette a interrompere una gravidanza per indigenza, emarginazione, violenza, abbandono, pressioni ambientali». 

Insomma, un invito a dialogare, ad ascoltare, a rispettare, ad avere la possibilità di tendere sempre una mano. Strano a ribadirlo in un Paese dove coloro che si stracciano le vesti, sono gli stessi che inneggiano ai diritti per tutti, tranne che alle madri e ai propri figli.




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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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