VITA NASCENTE

Aosta. Presunte violenze dei volontari pro-vita e altre mistificazioni della realtà…

nascituro

Ad Aosta i Centri di Aiuto alla vita sono finiti nel mirino di una associazione che dice di combattere la violenza contro le donne. Cercare di aiutare le donne a non abortire sarebbe, infatti, una grave interferenza, limita la libertà della donna. Per la presidente di questa associazione, Silvana Agatone, il cuore di un feto di poche settimane non batte ancora: sarebbero meri impulsi elettrici. E la sua è una mera bugia. 

Il Centro “donne contro la violenza” di Aosta ha denunciato “pressioni e interferenze” da parte di volontari pro-life subite da donne una volta arrivate nei consultori per interrompere volontariamente la gravidanza. L’imposizione dell’ascolto del battito fetale, la promessa di sostegni economici e di beni di consumo: sarebbe stata questa la strategia usata per dissuadere dalla scelta di abortire nella regione più piccola d’Italia.

Ma…niente di tutto questo è accaduto.

Silvana Agatone, presidente dell’associazione Laiga 194, afferma che: “Perché la legge non dice da nessuna parte di fare ascoltare il battito. Non ha nessun senso, anche perché nell’immaginario ci può sembrare un cuore ma, in realtà, sono impulsi elettrici tradotti in suono: quindi servono a suggestionare e a colpevolizzare le donne, facendole sentire male”.

Non è così. Infatti, già al 21esimo giorno (la terza settimana) di gravidanza il cuoricino con una sua forma ben precisa comincia a battere e pompare il sangue nel piccolo corpo dell’embrione umano (e continuerà a farlo fino alla morte). 

Leggi anche: Donne, vita, aborto: dal Movimento per la Vita un invito a dialogare (puntofamiglia.net)

Non si tratta affatto di “impulsi elettrici” (evidenze scientifiche, prego) come afferma, sbagliando, Silvia Agatone. 

Già al primo anno di Medicina lo si studia in Embriologia e tutti i futuri medici chirurghi lo capiscono. Da notare poi che la terza settimana di gravidanza (quando comincia il battito cardiaco) coincide con la prima settimana di “ritardo” della mestruazione, che fa capire alla donna la possibile gestazione. 

E quando la donna si presenta al consultorio per “interrompere” ciò che è già iniziato, il cuore ha una forma quasi completa, perché al 2° mese gli organi sono formati. 

È doveroso aggiungere che molte donne che rinunciano all’aborto ringraziano se diciamo loro, umilmente, la verità e nessuna di coloro che hanno tenuto il proprio bambino è poi ritornata indietro accusando di “tremenda intromissione”.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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