25 Luglio 2016

25 Luglio 2016

Voi non sapete

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,20-28)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento

Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno” (20,21). Stando a Matteo è la madre ad avanzare questa richiesta, probabilmente una donna che apparteneva alla cerchia dei discepoli, altrimenti è po’ difficile pensare che una donna abbia l’audacia di avvicinarsi e di parlare al Maestro in questi termini. In ogni caso la risposta di Gesù non è indirizzata alla madre ma ai discepoli (20,22). Gesù non si scandalizza, come fanno gli altri discepoli che “si sdegnarono con i due fratelli” (20,24). Egli sa che siamo particolarmente deboli su questo punto. Per questo non rimprovera coloro che avanzano la richiesta ma offre a tutti una catechesi o forse ripete con pazienza quello che già aveva detto e che ancora non aveva trovato posto nel loro cuore (20, 25-28). Chiama tutti per ricordarci che abbiamo tutti bisogno di conversione. Il Maestro deve correggere con misericordia, non con asprezza. Il suo compito è quello di educare, per questo approfitta di quella domanda per ricordare una verità essenziale: “chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore” (20,26). Così fa il Maestro. E così deve fare un buon genitore. I fratelli più facilmente si sdegnano e sono pronti a giudicare. Ma un educatore guarda la persona e non gli errori, offre a tutti e sempre la possibilità di non restare impigliati nella rete della propria miseria. “Voi non sapete”, dice Gesù ai discepoli (20,22). È proprio così! Siamo ignoranti e ciechi. Abbiamo bisogno di qualcuno che non solo ci aiuti a comprendere la strada ma ci doni anche la forza di percorrerla fino in fondo, facendo della nostra vita un servizio umile e disinteressato.

Per diventare servi dobbiamo essere poveri, come Teresa di Lisieux: “Niente mi si attacca alle mani. Tutto quello che ho, tutto quello che guadagno è per la Chiesa e le anime. Che io viva fino a ottant’anni, sarò sempre così povera” (Ultimi colloqui, 12 luglio, n. 3). È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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