La difesa integrale della vita

Mons. Ignacio Barreiro Carámbula è il direttore dell’Ufficio di Vita Umana Internazionale a Roma. Il 12 maggio, intervenendo alla Conferenza “Chi salva una vita salva il mondo intero” presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha ribadito la sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale. Riportiamo alcune parti interessanti della sua conferenza.

Abbiamo il diritto di proteggere integralmente l’intera vita umana dall’inizio fino alla morte naturale. La stessa logica di dominio sulla vita che porta all’aborto conduce all’eutanasia, al suicidio assistito, alla contraccezione e alla fecondazione artificiale. Chi pretende di decidere sulla vita o sulla morte del bambino che porta in grembo, potrà anche considerarsi legittimato a prendere questa decisione su una persona in fin di vita o minorata di cui egli ha una tutela legale. Nessuno è proprietario della propria vita dunque nessuno ha diritto di chiedere l’eutanasia o il suicidio assistito. Nessuno ha diritto di giudicare se la vita di una persona umana è una “vita indegna di essere vissuta” e come conseguenza di essere eliminata. La vita è proprietà del Creatore, solo Lui può deciderne il tempo del suo inizio e della sua fine; non è ammissibile né l’aborto, né l’eutanasia, né il suicidio, né l’assistenza al suicidio, né alcuna forma di concezione artificiale nella quale la coppia o i medici decidono il tempo dell’inizio della vita. Dobbiamo tutelare la famiglia e incoraggiare la generosità ad accogliere la vita in questi tempi d’inverno demografico. Dobbiamo garantire ai bambini il loro diritto di nascere in una famiglia stabile, costituita da un uomo e una donna, e di essere concepiti naturalmente. Il divorzio civile ha trasformato l’istituzione indissolubile del Matrimonio in dissolubile; colpa delle cangiate maggioranze delle democrazie contemporanee, come denunciava Giovanni Paolo II. Non c’è molta differenza fra un matrimonio con divorzio e un’unione basata sulla mera convivenza.

Questo porterà a dare riconoscimento legale alla libera convivenza e aprirà la porta a qualsiasi tipo di relazione antinaturale come l’unione di persone dello stesso sesso o anche unioni poligamiche. Alla luce di questi principi possiamo comprendere la gravità della legge 194 del 22 maggio 1978, chiamata, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, e della legge 40 del 19 febbraio 2004 chiamata “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”. La legge 194 è segnata da una totale equivocità fin dal suo primo articolo, che dice “La Repubblica …tutela la vita umana fin dal suo inizio”. Ma chi tra i difensori di questa legge è disposto a definire l’inizio della vita con il suo inizio biologico? Si può cercare di limitare i danni causati da questa legge in conformità con quanto stabilito nel p. 73 dell’Evangelium vitae, ma mai si possono accettare le basi ideologiche sulle quali essa poggia. La legge che introduce la fecondazione omologa è frutto di una visione nella quale gli uomini credono che tutto sia loro possibile e lecito. In questa legge i figli sono visti come un diritto; tale mentalità di dominio sulla vita è un grave male in se stesso e per le sue conseguenze, cioè la morte di migliaia d’esseri umani neo-concepiti, perché più dell’80% dei figli fabbricati in provetta, è rifiutata dal grembo della donna. Esiste una connessione tra il significato unitivo e il significato procreativo dell’atto coniugale che l’uomo non può mai rompere. La contraccezione sgancia la sessualità dalla fecondità. La fecondazione extracorporea invece sgancia la fecondità dalla sessualità e in certo modo c’è una relazione fra mentalità contraccettiva e fecondazione artificiale della quale è l’immagine speculare. Di conseguenza qualsiasi tecnica che sostituisca l’atto coniugale deve essere considerata contraria ai piani di Dio. Per questo anche l’inseminazione artificiale è immorale. La prova dell’antinaturalità del concepimento extracorporeo è l’incremento dei problemi medici che soffre la donna che la utilizza: stress psicologici causati dei ripetuti tentativi cui la donna deve sottoporsi dovuti alla scarsa efficacia di questa procedura; problemi fisici causati da una superovulazione; alto numero di aborti spontanei. Inoltre tra i bambini concepiti artificialmente, c’è un aumento significativo di nascite premature, con basso peso e vari problemi di salute.

Questa legge, riconoscendo alle coppie di fatto diritti analoghi a quelli delle coppie coniugate, viola il diritto naturale dei figli di nascere in una famiglia stabile, e può servire come antecedente alla concessione di uno status legale a coppie omosessuali. Infine si obbliga il contribuente italiano a pagare una prestazione sanitaria immorale senza che sia possibile presentare la dovuta obiezione della coscienza. Un elemento fondante del bene comune è un impegno attivo per l’instaurazione di una società giusta e ben organizzata. In una società in cui la Fede è realmente vissuta, per natura si è generosi con la vita; al contrario la povertà di Fede causa egoismo e aggressività contro la vita e la famiglia. Questo avviene perché senza una visione del futuro che poggia sulla Fede è difficile prendere l’impegno permanente del matrimonio. Una Fede vissuta stimolerà l’ apertura alla vita nel matrimonio e una sana politica socio-economica darà alle coppie la necessaria sicurezza. Non dobbiamo scoraggiarci poiché gli insegnamenti della Chiesa su vita e famiglia, in un mondo dominato dal relativismo e dall’edonismo sono molto ostacolati, ma niente è impossibile a Dio che vuole solo la nostra felicità e salvezza.




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