7 settembre 2018

7 Settembre 2018

Il corteo festoso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,33-39)
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Il commento

I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!” (5,33). Le parole dei farisei non si presentano nella forma di una domanda, come nel Vangelo di Marco (2,18). Si tratta semmai di una costatazione che contiene anche un giudizio poco benevolo sul comportamento adottato dai discepoli. Gesù raccoglie la sfida e risponde alle perplessità. Egli non rifiuta il digiuno ma non lo presenta come una pratica ascetica individuale ma come una partecipazione alla storia della salvezza. Per questo parla di una festa nuziale e, riprendendo un’antica e poco diffusa immagine profetica, si presenta come lo Sposo (5,34) che viene per stabilire un nuovo e definitivo patto con il suo popolo. La sua presenza perciò è fonte di gioia e impedisce ai suoi discepoli di digiunare. Sullo sfondo tuttavia appare l’ombra della croce: “Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato [aparthe] da loro; allora, in quei giorni digiuneranno” (5,35). L’evento della croce, che viene qui presentato in tutta la sua drammaticità (“sarà strappato”), segna l’inizio di un nuovo tempo in cui il digiuno torna ad avere un significato prezioso. Inizia il tempo dell’attesa: la Chiesa cammina lungo i secoli con lo sguardo rivolto al ritorno glorioso del Signore, cammina tra le consolazione di Dio e le persecuzioni del mondo, come ricorda il Vaticano II citando Sant’Agostino (Lumen gentium, 8). Verrà un giorno in cui tutto si compirà nelle nozze eterne, festa senza fine. Ma nell’attesa di questo giorno il digiuno acquista valore perché manifesta e alimenta il desiderio di quella pienezza che solo il Signore può dare. L’apostolo Paolo, in uno squarcio autobiografico, ricorda che egli porta nel suo corpo la morte di Cristo per manifestare la sua vita (2Cor 4,10). Non possiamo più separare morte e resurrezione, gioia e dolore. Oggi chiediamo la grazia di condividere la passione del Signore, attraverso i segni della penitenza, con la coscienza di partecipare al corteo festoso di Colui che ha già vinto la morte.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.