“Se non abortirai, ti lascerò”

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Foto: Antonio Guillem / Shutterstock.com

Sposati o no, la vita si genera in due. Davanti a una gravidanza, uomo e donna sono ugualmente responsabili… ma è sempre così? Quante donne si vedono costrette ad abortire dai propri compagni o sono lasciate sole?

Ultimamente abbiamo parlato di sacramento matrimoniale e procreazione. Oggi vorrei fare un discorso più generale e raccontarvi una testimonianza molto forte, che ho ascoltato tempo fa… Stefania, 25 anni, ragazza cattolica praticante, iscritta alla facoltà di Lettere nel Nord Italia, col sogno di diventare insegnante, si innamora di un uomo non credente, 28 anni, Tiziano, appartenente a una famiglia ricca, tanto che ha già una casa tutta sua, un lavoro sicuro col padre e un bel gruzzoletto da una parte.

Lei è diligente e propensa all’impegno. Lui un po’ meno. Anche se lavora seriamente, non ha progetti particolari per il futuro. Non sa cosa sia una “vocazione”, al contrario di lei che sogna di trovarla. Per lui la vita è solo un “caso, un soffio” e vuole godersela il più possibile. La famiglia non è una priorità: cerca piuttosto una compagna con cui divertirsi. I figli? Sono l’ultimo dei suoi pensieri. Nulla a che vedere con la scaletta delle priorità di Stefania: che vuole sposarsi e avere molti bambini. Stefania sa che potrebbe essere difficile una relazione, ma Tiziano è così attraente, così simpatico, così dolce… 

Se le differenze valoriali passano in secondo piano… 

I due iniziano a frequentarsi. Abitano relativamente vicini e cominciano a vedersi sempre più spesso. Lei tenta di dirgli che vorrebbe arrivare vergine al matrimonio, ma lui non sa nemmeno se lo vuole, un matrimonio. “Cambierà”, pensa lei. “Non ha mai trovato la persona giusta. Quale uomo veramente amato non desidera sposarsi, prima o poi?”. Tiziano rispetta la posizione di Stefania, non la vuole forzare, ma spiega la sua: ha già avuto molti incontri di quel tipo e poi è veramente “innamorato”, pure se son passati solo due mesi. La desidera con ogni fibra del suo cuore e del suo corpo ed è sicuro che vuole unirsi a lei. Dopo 4 mesi di indecisione, Stefania si apre a quella possibilità. In fondo, è innamorata anche lei.

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Il tempo aggiusta tutto?

Passa un anno. La storia va avanti tra alti e bassi. Lei gli è fedele, prova a dargli il meglio di sé e aspetta che lui cambi la sua visione della vita, che le chieda di sposarlo, che parli di figli. Aspetta che “si converta” pure al cristianesimo, magari. A Tiziano Dio sembra solo una grande bufala, ma rispetta la fede di lei (tranne quando la deride perché “ha bisogno di dire i suoi peccati a un prete”), ma per quanto riguarda l’idea di una famiglia, pare pure accettarla, a tratti. Ha paura delle responsabilità e, di tanto in tanto, scappa (due o tre volte la molla anche seriamente) ma poi ritorna, perché senza di lei non può vivere. In uno dei tanti ritorni, i due hanno un incontro sessuale. Ma qualcosa va storto. Il preservativo dà forfeit (non apro ora la parentesi sull’affidabilità eccessiva che si attribuisce a questi strumenti…). Facendola breve: è possibile che in quel rapporto Stefania sia rimasta incinta. 25 anni lei, 29 lui. Un tetto (e mica una catapecchia: si tratta di un grosso appartamento in centro, a Milano), un lavoro sicuro, due famiglie benestanti alle spalle, una relazione che va avanti da oltre un anno… ma quella possibile vita fa ugualmente tanta paura.

La solitudine di fronte a una possibile gravidanza

È in quel momento che Stefania affronta la situazione più dolorosa della sua vita: Tiziano inizia a bombardarla dicendole di prendere la pillola del giorno dopo. La minaccia, perfino: “Se sei incinta, ti dirò ogni giorno che questo figlio non lo voglio, ti convincerò ad abortire. E se non lo farai, ti lascerò”. A Stefania, inizialmente, sembra di vivere un incubo. Non riesce a credere che quello sia il suo ragazzo. Lei è contraria alla pillola del giorno dopo, perché può di fatto cancellare una vita umana già iniziata, ma da quel giorno afferma anche: “Pochi sanno quanto una donna si senta sola e ingabbiata in certi momenti. Ho pensato di prendere quella pillola, lo ammetto, ma mi sentivo tutt’altro che libera, con Tiziano che mi urlava addosso. Ho dovuto fare i conti, in una sola volta, con: la possibilità di essere incinta, la possibilità di diventare ragazza madre e la possibilità di rinnegare me stessa fino a prendere un farmaco abortivo”. 

Una nuova vita…

Stefania, alla fine, non ha preso la pillola e non si è rivelata incinta. Ma quell’episodio l’ha svegliata di colpo: stava dando la sua vita, tutta sé stessa, ad un uomo che in un attimo avrebbe buttato via tutto: lei, il frutto del loro presunto amore, il futuro insieme… Stefania ha capito che non poteva stare con una persona così e ha trovato il coraggio di lasciarlo. Si è accorta di colpo che, seppure avevano rapporti da un anno, non sapeva neppure che Tiziano fosse favorevole all’aborto. Il tema non era mai venuto fuori, come se non ci fosse proprio bisogno di parlarne. “La contraccezione – testimonia Stefania – ci ha abituati a delegare la nostra responsabilità ad un oggetto e a non parlare di cosa faremmo se qualcosa non andasse secondo i piani. Oggi mi guardo indietro e penso che sono stata superficiale. Non si scherza con il sesso, non si scherza con la vita… Non fate il mio errore, ragazze. Parlate di tutto con i vostri fidanzati. Chiarite le vostre posizioni prima di trovarvi nella mia situazione e non rinunciate a voi stesse, ai vostri valori, per nessuno. Ma soprattutto ricordate: i figli si fanno in due! Trovate un uomo veramente responsabile. Perché il primo diritto di una donna di fronte alla possibilità di una nuova vita è quello di non essere sola…” (La storia di Stefania e Tiziano – nomi di fantasia – mi ha colpito molto e anni fa ho parlato di loro, seppur marginalmente, nel libro “Non lo sapevo, ma ti stavo aspettando” – Mimep Docete, 2016. Giacomo, infatti, nel libro, fa le stesse pressioni a Vanessa, anche lei, però, rifiuta la pillola…).




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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