Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15)
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Il commento

“Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza” (11,12). L’affermazione di Gesù conferma un dato storico: nella storia d’Israele i profeti non hanno trovato una strada fasciata di luce, anzi sono stati perseguitati, hanno sempre incontrato resistenze. Questa tenace opposizione non finisce con la presenza di Gesù anzi s’intensifica. Nel momento in cui la storia salvifica entra nel vivo il male dispiega tutte le sue forze e il contrasto diventa ancora più violento. Quello che si realizza nella storia collettiva, trova spazio anche nella vicenda personale. Se decidiamo di fare sul serio, il nemico di Dio fa di tutto per creare ostacoli, tutto ciò che serve per scoraggiare, bloccare o soffocare le buone intenzioni. A volte anche gli amici o i familiari diventano nemici della fede perché, malgrado le buone intenzioni, finiscono per intralciare la realizzazione della volontà di Dio. È necessario acquisire questa consapevolezza per non dare spazio ad illusioni e prendere le necessarie contromisure.

La consapevolezza delle difficoltà invita ad assumere uno stile combattivo. È lo stile della piccola Teresa, ella riconosce di essere stata avvolta dall’amore di Dio, fin dalla prima infanzia. E tuttavia, quando si tratta di fare la volontà di Dio, è animata da un’invincibile ostinazione e manifesta una straordinaria fermezza. La sua vita può essere presentata come un combattimento spirituale. È una dimensione che emerge frequentemente nei suoi scritti. “Non ci resta che combattere”, scrive alla sorella Celina. Ma subito dopo aggiunge con il realismo della fede: “Quando non ne abbiamo la forza, è allora che Gesù combatte per noi…” (LT 57, 23 luglio 1888). Qualche anno dopo invita la sorella Leonia, che in quel momento si trovava in monastero e viveva con grande difficoltà la vita religiosa, a restare fedele alla sua vocazione: “La patria del cielo occorre guadagnarsela, bisogna combattere!…” (LT 163, 20 maggio 1894). Sulle orme dei santi, chiediamo la grazia di custodire la fede.