Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Il commento
“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette” (2,8). Il Vangelo ci riporta al giorno della Pasqua, ma la liturgia natalizia invita a leggere questo episodio come la tappa decisiva di un itinerario iniziato presso il lago di Tiberiade (Mt 4, 18-22). Quel primo incontro ha radicalmente cambiato la sua vita, da quel momento inizia un cammino segnato dalla fiducia e da una crescente intimità. Giovanni non solo è uno dei primi discepoli, non solo appartiene al ristretto gruppo dei Dodici ma è uno di quelli che, più degli altri, ha condiviso il ministero pubblico di Gesù. È uno dei tre discepoli che vivono i passaggi più significativi del ministero di Gesù: la resurrezione della figlia di Giairo, l’esperienza del Tabor e quella del Getsemani. Il Quarto Vangelo offre una scena ancora più significativa: Giovanni è l’unico che riceve il privilegium crucis, l’unico che resta presso la croce assieme al gruppo di donne (Gv 19, 25-27).
Questo fatto si rivela decisivo. Quando entra nel sepolcro, basta uno sguardo per capire che qualcosa di grande è avvenuto. Il discepolo aveva visto la luce negli occhi di Gesù crocifisso. Ora vede quella stanza buia trapassata da una luce che solo la fede può vedere. Il Vangelo non lo dice, a me piace immaginare che in quel momento il volto di Giovanni sia stato illuminato da un sorriso, segno della gioia che avvolge il discepolo quando sente intimamente che il suo Gesù è Risorto. Ha mantenuto la sua promessa. Chi accetta e vive l’esperienza della croce, avrà il privilegio di vivere la Pasqua, anzi di fare della vita un annuncio pasquale, un segno visibile di quell’amore che vince ogni timore e fa anche della croce una sorgente di vita e di speranza. Non siamo capaci di amare così ma Gesù dona questo amore a chi lo segue con fiducia e totalità. Sulle orme di Giovanni, il “discepolo che Gesù amava”, non chiediamo di essere capaci di amare, chiediamo solo di conoscere quanto siamo amati da Dio. Il resto è solo una conseguenza.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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