Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

23 Aprile 2022

Apostoli increduli

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Il commento

Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto” (16,10). In questo brano evangelico possiamo individuare quattro elementi che accompagnano costantemente il cammino della Chiesa. In primo luogo la docilità di quanti ricevono la parola del Risorto e, pur sapendo che si tratta di un annuncio incredibile, s’impegnano a comunicarlo fedelmente, senza sminuire né addomesticare la Parola, senza pensare di cambiare i contenuti ritenendo che siano incompatibili con le esigenze della razionalità. Docilità e fedeltà camminano insieme. Il secondo elemento è rappresentato dall’incredulità di quelli che ricevono l’annuncio: “essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero” (16,11). Una reazione sorprendente perché si tratta degli Undici, quelli che hanno condiviso da vicino la vicenda del Nazareno. Non solo fanno fatica ad accogliere l’annuncio ma lo rifiutano. È un elemento che deve far riflettere perché questa incredulità accompagna la vicenda ecclesiale in ogni tempo. Non si esprime tanto nel rinnegare la fede quanto nell’accoglierla senza quella radicalità che il Signore chiede, la nostra durezza di cuore si traduce in un’accoglienza misurata con le nostre esigenze.

C’è un terzo elemento. Gesù si manifesta agli apostoli e li rimprovera aspramente (16,14). La traduzione edulcora il significato del verbo. Un severo ammonimento che però viene seguito subito dopo dal mandato missionario: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo” (16,15). Nella Chiesa ci sarà sempre bisogno di una parola forte che denuncia i limiti e corregge i difetti. Nella misura in cui accogliamo il rimprovero come una medicina salutare, anche se dolorosa, diventeremo apostoli. E così, gli Undici increduli diventeranno apostoli coraggiosi. Oggi chiediamo la grazia di ascoltare la Parola senza maschere, pronti a modificare quello stile che non corrisponde al Vangelo e non permette alla nostra vita di manifestare la forza della resurrezione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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