Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

26 Aprile 2022

Lasciamoci sorprendere

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Il commento

Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto” (3,7). Le parole di Gesù non ripetono luoghi comuni, la sua dottrina sorprende un uomo che conosce bene la Legge e le dispute rabbiniche. In questo brano (Gv 3, 1-8) il verbo nascere [ghennáó] ritorna sette volte, un numero che non è mai casuale. Questa insistenza è molto interessante. Siamo abituati a pensare la nascita come un evento, dobbiamo invece pensarla come un processo, cioè qualcosa che avviene continuamente. “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”, dice il salmista (Sal 2,7). Siamo costantemente generati e plasmati da Dio. Nella misura in cui permettiamo a Dio di comunicare la sua vita, emerge l’uomo nuovo. “Dovete rinascere”: il verbo greco [deî] ricorda che la rinascita non solo è una cosa buona ma un passaggio assolutamente necessaria. Questa parola contrasta non poco con la nostra mentalità: in effetti, non siamo affatto convinti che l’uomo possa nascere e rinascere. Ai nostri occhi è più facile mettere la parola fine che imparare a ricominciare. È più facile spezzare legami che ricostruirli. Talvolta è difficile anche pensare di poter passare dal peccato alla grazia. È quasi impossibile, per chi si trova nella fossa della rassegnazione, pensare di poter ritrovare il coraggio, l’intraprendenza e l’entusiasmo della giovinezza.

La parola di Gesù apre sempre orizzonti nuovi. Spesso chiediamo al Signore di confermare ciò che già sappiamo o quello che già abbiamo deciso di fare. Mettiamoci in ascolto della Parola con l’atteggiamento di chi si lascia sorprendere. “Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai”, dice san Giovanni della Croce. Non possiamo arrivare nei luoghi che non conosciamo se non siamo disposti a camminare per sentieri inesplorati. Sembra scontato ma non è affatto così. In realtà, abbiamo paura d’incamminarci per strade che non conosciamo e non possiamo gestire. E spesso sono proprio quelle che il Signore ci indica. Se ascoltiamo con libertà permettiamo a Dio di comunicare quelle cose meravigliose che da sempre ha pensato per noi. È la grazia che chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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