Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

27 Aprile 2022

Se vuoi camminare nella luce

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Il commento

Gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce” (3,19). Stando all’evangelista esiste un permanente contrasto tra la luce e le tenebre non legato a situazioni contingenti o a quelle persone che si oppongono alla luce di Dio con particolare tenacia. Questo contrasto accompagna tutta la storia, è presente nel cuore di ciascuno e nella vita sociale. È facile guardare la storia con le tante ombre che purtroppo si addensano. Cerchiamo di leggere questa Parola in chiave personale. D’altra parte, il concilio Vaticano II avverte che “gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo” (Gaudium et spes, 10). Il contrasto dipende in gran parte dalla nostra fragilità che offre spazio alle tentazioni. Nel corso degli anni ho compreso che i bambini hanno paura del buio, gli adulti invece hanno paura della luce. La luce, infatti, costringe a vedere le macchie, chiede di togliere le maschere dietro le quali abitualmente ci nascondiamo.

Impossibile vincere questo insanabile conflitto ma possiamo e dobbiamo custodire la luce. Paolo ricorda ai battezzati che sono “figli della luce e figli del giorno” (1Ts 5,5). Il verbo essere c’impegna non solo a portare la luce ma anche a diventare un segno visibile della luce divina. Se dunque vogliamo custodire la luce dobbiamo anzitutto scegliere di stare più frequentemente dinanzi a Dio: quando preghiamo con sincerità di cuore, c’immergiamo nella luce che viene dal Cielo e permettiamo a Dio di consegnare parole luminose che rischiarano la vita. Abbiamo così la possibilità di giudicare ogni cosa a partire da Dio. Se questo impegno viene condotto con scrupolo e serietà, se la Parola illumina tutti gli ambiti della vita, anche quelli più nascosti, possiamo più facilmente notare tutto ciò che non corrisponde ai desideri di Dio, tutto quello che non ci fa camminare nella luce. È solo il punto di partenza ma è l’ indispensabile premessa di quel cammino di conversione che abbraccia tutta la vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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