Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

5 Maggio 2022

Farsi pane

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,44-51)
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti:
“E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Il commento

Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (6,51). Gesù annuncia che il pane di cui parla, quel pane che dà vita, è il suo corpo donato per amore. Lo ripetiamo ogni volta nel cuore della celebrazione eucaristica: “Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi”. Dio entra nella storia per diventare Pane. Un mistero da contemplare in silenzio e da… vivere. Questa fede, infatti, è il punto di partenza di un’esistenza radicalmente nuova. L’amore che Dio ha rivelato in Cristo – e che riceviamo attraverso il Pane eucaristico – ha una forza davvero trasformante, è lievito che immette nel cuore dell’uomo una nuova capacità di amare e fa della storia il luogo dove la carità non è più costretta a cedere il passo alla prepotenza dell’istintivo egoismo. Facendosi Pane il Signore non solo ci unisce a Sé ma ci rende simili a Lui. Mangiando quel Pane anche noi diventiamo pane e siamo chiamati a fare della vita un dono per tutti. Ogni volta che ci accostiamo alla mensa eucaristica, dovremmo pregare con queste parole tratte da un inno liturgico: “In pane trasformaci, o Padre”. Abituati a chiedere il pane quotidiano (Mt 6,10), abbiamo dimenticato che siamo chiamati anche noi a diventare pane perché tutti abbiamo ciò che è necessario. La richiesta del pane deve perciò intrecciarsi alla disponibilità di farsi pane, ad immagine dell’unico Signore.

A coloro che, durante il rito della presentazione dei doni, portano all’altare il pane e il vino, mi capita a volte di dire queste parole: “Diventate pane e vino per i vostri fratelli”. La partecipazione eucaristica, se vissuta autenticamente, ci educa a rinunciare ad ogni pretesa; e Dio solo sa quante ce ne sono nascoste o palesi nelle pieghe della nostra esistenza! E sono proprie le pretese, espressione dell’egoismo più istintivo, ad innalzare muri che impediscono di riconoscere le necessità degli altri. Non è facile vivere nella logica del servizio. È una grazia che oggi chiediamo a Maria, Vergine della Visitazione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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