Social Network e Castità

Si può essere influencer della castità? L’avventura di Giada su Instagram

Oggi vi propongo l’intervista rivolta ad una ragazza che usa i social per parlare di castità. Con i suoi oltre mille followers, è a tutti gli effetti un’influencer. Volete scoprire chi è Giada, cosa fa, e perché? Ecco cosa ci confida…

“Ne senti la voce”, la tua pagina Instagram, ha oltre mille followers. Stai diventando un’influencer che promuove la castità… come mai senti l’urgenza di parlarne sui social?

L’idea di “Ne senti la voce” è nata e cresciuta durante il mio fidanzamento: tenere per me tutti i frutti che avevo visto (e che vedo!) proprio non mi andava giù. Mi sentivo testimone di qualcosa che andava raccontato, annunciato. Non per un qualche privilegio, ma perché altri potessero godere di questa preziosa proposta che ci fa la Chiesa. Oggi studiamo per tante cose e ci fidiamo solo dei “professionisti”, ma la nostra educazione emozionale e la cura della nostra intimità è lasciata ad un tiepido e fasullo “al cuor non si comanda”. Ma possibile che Dio non ci abbia fornito una bussola efficace per vivere il nostro corpo e le nostre relazioni con gioia piena? La Chiesa ce l’ha sapientemente consegnata. A noi la scelta. “Ne senti la voce” non ha pretesa di “insegnare”: vorrei solo far riflettere, fornire spunti e idee, il tutto partendo sempre da ciò che la Chiesa propone e afferma da millenni.

Chi c’è dietro “Ne senti la voce”? Puoi dirci qualcosa di te?

Mi chiamo Giada, ho 30 anni e sono felicemente sposata da quattro mesi. Per adesso non sento il bisogno di espormi: ciò che deve mostrarsi non sono io, ma la Parola. Ho sempre pensato che questa paginetta fosse frutto Suo e come tale andava vissuto. Se sentirò un’esigenza diversa, valuterò strada facendo: per adesso mi basta scrivere, dialogare, raccogliere testimonianze, con il supporto silenzioso ma fondamentale di mio marito, senza il quale tutto questo non esisterebbe.

Come hai scoperto il valore della purezza e della castità prematrimoniale?

Mi trovavo a Cortona, stavo seguendo la Pastorale Giovanile Vocazionale con altri giovani, adesso amici. Ero poco più che adolescente. Cercavo risposta a tante domande. Alcune ragazze mi parlarono di questa chimera mai sentita nominare: ‘castità prematrimoniale’. Rimasi basita. Non avevo mai sentito un annuncio simile, ne sapevo pochissimo: nelle omelie, in Chiesa, nella fraternità che frequentavo… Non avevo trovato coraggiosi che osassero dire tanto. Mi conquistò, ne volli sapere di più, non potei più ignorarla. Mi fidai, della Chiesa e del Signore. Posso dire con gioia che non mi sono sbagliata ma, anzi, è stato il tassello essenziale che ha permesso l’Incontro vero, quello con Lui! 

Leggi anche: “Sappiamo cosa significa vivere male l’intimità sessuale”: il racconto di due coniugi risorti (puntofamiglia.net)

Per il mondo queste sono solo sciocchezze. Cosa rispondi?  

Certo, il mondo ha ragione, la castità per come viene comunemente intesa è roba da pazzi. È astensione da pensieri e atti di natura sessuale, tutto qua. Semplicemente folle, per noi che siamo impastati di desiderio. La Chiesa, infatti, non annuncia questo: ci dice che l’Amore (con ogni suo gesto) è talmente importante, talmente prezioso, che va custodito in un Sacramento! Che siamo troppo amati per svenderci. Oggi il mondo vive la sessualità come tutti sappiamo: non vedo persone più felici. Qualsiasi limite ci puzza di vecchio, quando è dentro un limite che l’uomo si realizza pienamente: non un confine che reprime ma che eleva! Tutti desiderano un Amore bello, pieno, gioioso, che duri un’eternità: che poi vada costruito e che servano per questo anche lacrime e sacrificio… beh, questa parte mi ricorda molto le famose “persecuzioni” che Dio ci ha promesso (assieme al “centuplo quaggiù e la vita eterna”): ce ne scordiamo facilmente. In parole povere, cercare di vivere diversamente le proprie relazioni non è da pazzi. È da cristiani.

La Chiesa fa vivere male il sesso: “Per voi è tutto peccato…”. Cosa puoi dire a chi vede nella castità una scelta frustrante?

Sono d’accordo sul fatto che la Chiesa, in primis, talvolta si vergogna di annunciare sé stessa. Nel “Cantico dei Cantici” c’è la lode più bella mai fatta all’unione fra un uomo e una donna… ed è contenuta nella Bibbia! C’è ancora tanto da fare ma la Chiesa ha speso le Parole più belle per l’Amore. Nessuno ne parla come lei: basta leggersi qualche pagina del Catechismo o alcune Encicliche papali. Chi vede la castità come “frustrante” non credo abbia compreso che è uno strumento, estremamente potente, ma non lo scopo. Il fine di due fidanzati è capire se sono chiamati, o meno, al Matrimonio e alla vita insieme. Il fine di un consacrato è il Cielo, donandosi tutto già qua, sulla Terra. Il fine degli Sposi è donarsi totalmente, accogliendosi senza riserve e alimentando continuamente il loro Amore nell’onorarsi l’un l’altro, custodendo la potenza vitale della loro unione. La castità è un cammino, faticoso e luminoso, che non finisce mai. Chi annuncia una castità facile non l’ha mai vissuta, evidentemente. Non si tratta solo di fisicità: la castità comprende il non possedersi, il lasciare liberi (totalmente), far coincidere il tuo dire con il tuo fare, ciò che proclamiamo e ciò che il nostro corpo esprime. Elimina ogni doppiezza di vita e linguaggio. Dona dei frutti che nemmeno puoi immaginare… provare per credere.

Quali sono secondo te le più grandi bugie sul sesso che ci raccontano?

Il “sesso sicuro” che gli anticoncezionali annunciano è una di queste. Fare l’Amore è un gesto creativo, capace di generare vita: gli anticoncezionali non hanno nessuna garanzia di efficacia al 100% (e qui la interrompo: “Hai ragione, ho visto più di una persona restare incinta pur usando metodi contraccettivi!”), perché questa potenza vitale è fuori dal controllo umano. Di “sicuro” non c’è proprio niente! L’uomo viene spesso deresponsabilizzato soprattutto da quando esiste la pillola, che costringe la donna a mentire al proprio corpo (a volte senza neanche rendersene conto). Questo non è volersi bene.

Anche la convinzione che la masturbazione sia benefica e anzi, sia lo strumento per “scoprirci”, è un grande classico di Bugie&Co. L’intimità si vive in due e ciò che si pensa di “scoprire” è semplicemente falso, oltre che molto doloroso per tutti. È un tema che abbiamo affrontato su “Ne senti la voce” e che, attraverso messaggi anonimi, ho scoperto essere tristemente diffuso, più di quanto mi aspettassi. Continuerò a parlarne e se questo potrà aiutare anche solo una persona, sarò felice.

L’ultimo grande falso d’autore è forse proprio “La castità è superata”: vedo e sento tanti che desiderano, sinceramente, provare a dare credito al Signore in questo annuncio. Fidarsi. La Chiesa non passa di moda, per fortuna, così come la Sua è Parola Viva! E sempre più giovani hanno sogni alti e sete di annuncio… di qualcuno che dica loro qualcosa di diverso e vero, che di tutta questa libertà non sanno che farsene ma vogliono sapere come usarla bene. Don Fabio Rosini una volta ha detto “Se Cristo non è qualcosa contro cui sbatto, è aria fritta!”: auguro a tutti noi, a qualsiasi età e in qualsiasi stato, di sbattere il muso (anche violentemente, se occorre) contro questo Gesù, scoprire che Vive e, finalmente, ascoltarlo.

Grazie Giada per queste perle preziose: spero che da oggi avrai molti più followers nella tua pagina! La trovate su Instagram: https://www.instagram.com/nesentilavoce/




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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