GUARIGIONE AFFETTIVA

“Cosa significa guarire la propria affettività?”: la domanda di una lettrice

“Cosa significa guarire la propria affettività? Come faccio a capire se ho delle ferite affettive?”, mi domanda una lettrice. Se ci pensiamo bene, è un tema centrale: ne va della salute delle nostre relazioni, di amicizia e di coppia. Eppure, se ne parla troppo poco. Quando un amore è sano? Quando, invece, è malato?

Qualche giorno fa mi scrive una lettrice del magazine Punto Famiglia che di recente ha letto anche il libro “Voglio donarmi completamente a te. Per un’intimità liberata e liberante” (che ho pubblicato proprio con Editrice Punto Famiglia nel 2022, sul tema dell’affettività e della sessualità). 

Questa ragazza si scusa, non vuole creare disturbo. Le dico che non mi disturba affatto, anzi, ho piacere di condividere dubbi, osservazioni, domande con chi mi legge.

Parliamo un po’. È molto profonda, si vede che cerca la verità, che ha il cuore aperto… Ad un certo punto mi fa una domanda: “Cosa significa guarire la propria affettività? Come faccio a capire se ho delle ferite affettive?”.

Se ci pensiamo bene, è un tema centrale: ne va della salute delle nostre relazioni, di amicizia e di coppia. Eppure, se ne parla troppo poco. Si parla di sesso. O meglio, lo si mostra ovunque come una ginnastica meccanica, ma si parla troppo poco di come vivere relazioni sane.Quando un amore è sano? Quando, invece, è malato? Quando una relazione è equilibrata e quando è solo un tappabuchi, per colmare le voragini che sono nel cuore? 

Di questo tema abbiamo già parlato una volta e, mi perdoneranno i lettori se sono monotona, mi servirò di nuovo di alcune riflessioni semplici ma accurate di Alessandra e Francesco di 5pani2pesci. 

Questi due sposi, genitori di quattro figli, sono dei blogger cristiani, che con i loro video, caricati puntualmente sul canale YouTube di 5pani2pesci, stanno aiutando tanti giovani in tutta Italia. Hanno migliaia di iscritti al loro canale e stanno portando molto frutto. 

La loro formazione? L’impronta è quella dei percorsi sull’amore che si svolgono Assisi: è lì che loro, per primi, hanno scoperto cosa significhi vivere la propria vocazione, è lì che hanno capito il segreto per sperimentare un amore bello, libero, pulito, fecondo.

In un video, Francesco spiega:

L’affettività è tutto quello che riguarda la relazione con sé stessi e con l’altro. È lo spazio in cui si dona amore e si riceve amore. Se ti rendi conto che questo spazio è contaminato, se ti rendi conto che non c’è libertà in questo luogo, che subisci le situazioni che ti accadono, vuol dire che non sei risolto nell’affettività. Si parla tanto di amore, di quanto sia importante riceverlo e donarlo. Ecco, se non sei risolto affettivamente il tuo dono è catastrofico, per te e per gli altri. Ci sono persone che danno, danno, danno ma soltanto per colmare un vuoto e pretendono il consenso dagli altri. E pretendono che questo vuoto venga riempito dagli altri. In quel caso sto amando per avere un ruolo. Non c’è gratuità. Nessuno è immune da queste dinamiche, ma rendersene conto è il primo passo per lavorarci.

Leggi anche: Nuovi tabù sul sesso: ce ne parla don Alberto Ravagnani – Punto Famiglia

Ognuno di noi, secondo questi sposi, deve “prendersi la responsabilità della propria vita” ed essere capace di “donare liberamente e gratuitamente il proprio amore”.

Per poter fare questo, occorre essere persone “affettivamente mature”, occorre aver messo a fuoco i propri limiti: “Quali sono i miei punti deboli? Dov’è che casco sempre? Visualizzare le proprie debolezze è il primo passo per metterci mano”.

Bisogna chiedersi: con che bagaglio parto? Cosa ho ricevuto da bambino, da adolescente? Come sono stato amato?

A ferire la nostra affettività è quasi sempre un desiderio di amore disatteso nell’età dello sviluppo o un affetto ricevuto in maniera disfunzionale. 

Ci sono genitori che “amano troppo”, soffocando i figli, altri che li trascurano o non mostrano connessione emotiva. Ci sono quelli che pretendono, senza concedere mai tenerezza e altri buonisti, che concedono tutto, facendo anche le cose al posto del figlio e rendendolo così irresponsabile di sé.

Di certo, non solo i genitori causano ferite. Magari ci si è sentiti in difetto in un gruppo classe, si è stati vittime di bullismo o di emarginazione. 

Tutto questo genera vuoti, insicurezze, che possono portare, poi, da adulti, a cercare amore in modo sbagliato: elemosinandolo, ad esempio. Oppure, pretendendolo, quasi per un senso di riscatto rispetto a ciò che si è subito in passato.

Secondo questi sposi “Le ferite che abbiamo ricevuto nell’infanzia non si contano, anche per chi ha avuto delle belle famiglie. Perché la vita è complessa…”

Dio, però, non ci lascia soli e dobbiamo chiedergli di essere nostro alleato nel percorso della maturazione affettiva. Francesco racconta che, mentre stava per partire per una Marcia Francescana, fece una “richiesta grossa” a Dio: guarire la sua affettività. Ecco cosa accadde: 

Sentivo un grande vuoto, sentivo un’incapacità ad amare, ma anche a ricevere amore; quindi, in un momento di lucidità ho fatto questa richiesta e in quell’occasione ho incontrato Alessandra, ma non perché diventasse la mia ragazza, ho incontrato quella persona che mi illuminasse un po’ la strada, una compagna di viaggio. Senza saperlo, il Signore gettava le basi per curarmi affettivamente. Tornato dalla Marcia ho iniziato un cammino spirituale con un frate, il quale ha sottolineato l’importanza di fare un cammino proprio per risolvermi affettivamente. Grazie a lui ho iniziato a mettere a posto un po’ di cose nella mia vita. Solo dopo un anno ho rincontrato Alessandra e abbiamo iniziato un cammino di fidanzamento.

Dunque, chiediti: in che modo dono e ricevo amore? Avverto un grande vuoto dentro di me? Lo sto consegnando a Dio o pretendo che sia una creatura finita e imperfetta come e me a sanare le voragini del mio cuore? Riconosco i motivi della mia insicurezza?

Molti credono che i vuoti si colmino con le relazioni amorose. Non è così. Funzionano solo i matrimoni tra due persone intere, non tra due infelici che cercano nell’altro una mera compensazione. La guarigione della tua anima spetta a Dio, che ha bisogno, però, della tua disponibilità a lasciarti aiutare. Quando avrai trovato la tua stabilità, solo allora, come testimoniano questi due sposi, potrai condividere serenamente la tua vita con qualcun altro. 




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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.


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