VITE DEI SANTI

Santa Rita da Cascia: la santa dell’impossibile (parte 2)

di Chiara Chiessi

Conosciuta come la santa dell’impossibile, Santa Rita da Cascia è venerata in tutto il mondo. Abbiamo parlato di lei in un recente articolo, soffermandoci sulle vicende accadute prima che diventasse suora. Oggi continueremo con la seconda parte: la vita religiosa. 

Dopo aver pacificato le famiglie rivali di Cascia che avevano voluto la morte del marito, in Rita ritornò con forza il desiderio della vocazione religiosa, maturato già nella sua adolescenza, quel desiderio di elevare il suo amore ad un altro livello, ad un altro sposo: Cristo.

Nel Monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, la santa trascorrerà cinquant’anni di vita religiosa: ascesi, contemplazione, preghiera, penitenza, ma anche azione; sono state queste sicuramente le coordinate di quegli anni, ma soprattutto, grazie all’influenza dei genitori, la santa continuò ad adoperarsi come paciera, anche se era una religiosa.

Infatti, nel 1426 scoppiò una vera battaglia tra i bernardiani, in particolare coloro che erano i sostenitori dell’iscrizione YHS usata per indicare Gesù Salvatore degli uomini, ed i domenicani uniti agli agostiniani. L’Ordine Agostiniano completò l’iscrizione Bernardiana con il trigramma XPS (= Cristo); così facendo sarebbero state messe bene in evidenzia le due nature inscindibili del Salvatore: quella umana e quella divina. 

La tensione purtroppo degenerò in una serie di conflitti, in cui sicuramente la Santa si prodigò per riportare la pace. 

Non a caso, nel suo sarcofago solenne, oggi conservato nella cella di Santa Rita, è riportata tanto la formula Bernardiniana YHS, quanto quella introdotta dagli agostiniani come XPS. 

Leggi anche: Santa Rita da Cascia: la santa dell’impossibile (parte 1) (puntofamiglia.net)

L’eredità che Santa Rita ha ricevuto ai genitori e che ha trasmesso fino a noi è proprio quella di essere operatori di pace nelle piccole e grandi controversie, e per questo è la protettrice dei “matrimoni difficili”, ed è definita da San Giovanni Paolo II “operatrice di riconciliazione”.

Negli ultimi anni della sua vita, Rita pensava sempre più spesso al marito ed ai figli morti.

Avvertiva il profondo desiderio di sapere se le sue preghiere erano state accolte ed i suoi cari erano salvi in Cielo.

Chiese dunque un segno ed il Cielo le rispose.

Ad una sua parente, che era venuta a trovarla, chiese di passare nel suo orto di Roccaporena e di cogliere una rosa e due fichi

Era un gennaio nevoso e freddo. 

La parente si recò all’orto e trovò le due rose e i due fichi richiesti, che colse e portò a Rita

Le sue preghiere erano state esaudite: il marito ed i due figli, morti uno dopo l’altro, erano stati accolti da Dio in Paradiso.

Santa Rita ha avuto una vita che è stata “più spine che rose”, una vita segnata da molte prove: a partire da una scelta matrimoniale forzata, un marito violento, due figli che rischiavano di diventare assassini.

Ma la santa si è sempre affidata alla Provvidenza, così come i genitori le hanno sempre insegnato, e la Provvidenza l’ha aiutata soprannaturalmente a districare tutte le situazioni più difficili, tanto da divenire la santa dei casi impossibili. 

Perché dove ci sono difficoltà e prove, c’è anche più grazia per superarle e questo Santa Rita ce lo ricorderà sempre.




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