BRICIOLE DI VANGELO

20 Giugno 2023

Quando l’amico diventa nemico

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Il commento

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (5,44). Gesù è consapevole che la sua parola supera di gran lunga l’orizzonte ideale dei pagani e dei pubblicani (5, 46-47). Due categorie non scelte a caso: i pubblicani appartengono alla storia d’Israele, i pagani invece sono rappresentanti di quel mondo che non ha conosciuto la Legge di Dio. In realtà la proposta del Vangelo contrasta anche con il buon senso e spiazza tutti. Il nemico, infatti, non indica qualcuno che ci tratta con indifferenza ma una persona odiosa e ostile, uno che cerca di intralciare il nostro cammino. Non pensiamo solo al male fisico o psicologico, nemici sono anche quelli che, a volte senza averne consapevolezza, ostacolano la nostra esperienza di fede. Sono quelli che, per usare le parole del salmo, “hanno teso una rete sul mio sentiero e contro di me hanno preparato agguati” (Sal 140/139, 6). È bene aggiungere che il nemico può anche essere prossimo: il coniuge, un familiare, un amico, un collega di lavoro. Ci sono tante situazioni in cui l’amico diventa nemico. Sono quelle che fanno più male e spesso lasciano ferite indelebili. Dinanzi a questa realtà, la parola di Gesù è come lama affilata: chiede di non considerare nessuno come un nemico e di guardare tutti con benevolenza. Anzi, invita ad amare anche coloro che ostinatamente si comportano come nemici. Troviamo qui il verbo [agapáō] che abitualmente indica l’amore gratuito di Dio.

L’insegnamento che Gesù comunica ai discepoli s’incarna nella sua vita. Nella cena pasquale annuncia: “uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà” (Mc 14,18). L’amico è diventato nemico. Il contesto in cui il Rabbì pronuncia queste parole accresce la gravità del tradimento. Si trovano alla stessa tavola perché sono uniti da un comune ideale. E tuttavia, uno di loro non solo ha preso le distanze ma collabora fattivamente con i nemici di Gesù. Non solo se ne va ma congiura contro di Lui. Gesù non lo condanna né lo smaschera dinanzi a tutti. Anzi, lo tratta con un amico. Amare così è una grazia da chiedere ogni giorno con sincerità di cuore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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