BRICIOLE DI VANGELO

26 Giugno 2023

I sentieri della verità

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Il commento

“Non giudicate, per non essere giudicati” (7,1). L’insegnamento di Gesù è rivolto ai discepoli e fa riferimento alla comunità ecclesiale, come appare chiaramente nel vocabolo “fratello”, che ritorna tre volte in pochi versetti, sempre unito all’aggettivo possessivo – “tuo fratello” – per sottolineare maggiormente che non si tratta di estraneo ma di un amico molto caro o comunque una persona alla quale siamo legati da vincoli di fede. Riprendendo le parole di Gesù, l’evangelista stigmatizza un errore piuttosto frequente, quello di usare il giudizio come una pietra da scagliare contro un membro della comunità. Il giudizio può avere – e tante volte ha – un valore positivo, si pone come aiuto e sostegno quando riscontriamo nell’altro dei difetti e desideriamo aiutarlo a prenderne coscienza in modo da contrastarli con adeguata severità. Se così fosse, il giudizio si rivela non solo utile ma anche necessario. In questo caso, però, sarebbe una forma della correzione fraterna che più tardi l’evangelista presenta come un esercizio di carità (Mt 18, 15-17).

Il giudizio non è sbagliato in sé ma può diventarlo se non lo rivestiamo di carità. Vorrei perciò tentare di indicare quei modi che permettono al giudizio di diventare un dono che nasce dall’amore e conduce il fratello a camminare nei sentieri della verità. Vi offro un piccolo decalogo. 1) Quando devi rimproverare un fratello trova le parole più adatte. 2) Non dimenticare che parli ad un amico che ha fatto del bene. 3) Il tuo sguardo sia rivestito di benevolenza. 4) Non puntare il dito con severità ma tendi la mano con sincerità. 5) Non ricordare fatti del passato che possono umiliarlo. 6) Non dare spazio al rancore perché non raramente genera offese. 7) Non usare gli errori dell’altro come occasione per prenderti la tua rivincita; 8) Manifesta sempre una giusta comprensione per la sua fragilità. 9) Condona con amore i debiti che ha contratto nei tuoi confronti; 10) All’inizio e alla fine del colloquio digli che gli vuoi bene.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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