BRICIOLE DI VANGELO

2 Luglio 2023

Tu solo, Signore, e tutto in Te

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Il commento

“Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (10,37). Le ultime battute del discorso missionario contengono una raccomandazione che precede e riassume tutte le altre: Gesù afferma chiaramente che il rapporto con Lui viene prima ed è più forte di tutti gli altri legami affettivi, anche quelli più importanti e decisivi. Un insegnamento duro e certamente sorprendente per coloro che ascoltano. La richiesta appare infatti in aperto contrasto con il comandamento biblico che chiede perentoriamente di prendersi cura dei genitori: “Onora tuo padre e tua madre” (Dt 5,16). In realtà, con queste parole il Rabbì di Nazaret annuncia o lascia intravedere la sua vera identità. In effetti solo Dio può avanzare questa pretesa. Quando Dio chiama tutto passa in secondo piano: Abramo lascia la sua terra; Eliseo abbandona la sua famiglia e il suo lavoro; Geremia rinuncia al matrimonio. La fede impegna ad amare Dio “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,5). Questo invito ritorna spesso nel Deuteronomio, come un ritornello che richiama con insistenza il punto di partenza (10,12; 11, 13; 13,4; 26, 16; 30,2; 30,10). Solo Dio può chiedere di essere amato prima e sopra ogni altra cosa. Nessun uomo, neppure un grande profeta, potrebbe chiedere tanto. La richiesta di Gesù prolunga ed esprime quella divina.
 
Dare a Gesù il primo posto non vuol dire togliere posto agli altri, al contrario significa amarli nella verità e con una più grande intensità. È questa l’esperienza di Teresa di Lisieux che scrive così alla sorella Leonia: “Ti amo mille volte più teneramente di quanto si amino delle sorelle comuni, poiché posso amarti col Cuore del nostro Sposo celeste” (LT 186, 11 aprile 1896). Gesù non toglie nulla e ci rende capaci di vivere in pienezza ogni relazione affettiva perché ci libera dall’amore proprio che inquina ogni legame. Oggi vi invito a ripetere questa semplice preghiera: “Tu solo Signore, e tutto in Te”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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