Gravidanza

Cosa prova una donna davanti a un test di gravidanza positivo?

Oggi la testimonianza di una mamma, che vuole rassicurare tutte le donne che reagiscono con paura alla scoperta di una gravidanza: “All’inizio è normale avere paura, stai vivendo una cosa più grande di te, che ti supera. Datti il tempo di veder trasformare l’ansia in gioia e circondati di persone che sappiano condividere con te la fatica e la bellezza” 

Cosa prova una donna davanti a un test di gravidanza positivo? Dipende. Dipende dal carattere della donna, dalla storia che sta vivendo (o che non sta vivendo) con il padre di quel figlio o figlia, dall’età che ha, dalla salute, dalla condizione lavorativa ed economica.

Le reazioni che una donna può avere davanti alla consapevolezza che in grembo porta una nuova vita possono essere tantissime. 

Può piangere, ridere, urlare dalla gioia o dalla paura. Può perfino non crederci. Può farsi prendere dall’ansia. 

Perché una nuova vita è una “cosa grossa”; una nuova vita viene sempre a sconvolgere tutto. E chi ce l’ha dentro se ne accorge subito: sa che nulla sarà più come prima. 

Tutto cambia appena le due linee indicano che sì, nel suo grembo c’è una creatura diversa da lei.

E poi? Dopo il primo momento, quando il verdetto è ormai chiaro, che succede?

Ancora una volta dipende. Però no: non dipende solo da lei; dipende molto anche da chi le sta accanto.

Se il padre rifiuta quel bambino, ad esempio, se la famiglia non le è vicina o anzi la giudica male per quella gravidanza, se si sente sola di fronte a quella responsabilità… allora la nuova vita diventa un peso, anzi un macigno.

Ho visto più di una volta lo schermo di un piccolo monitor avvisarmi che ero incinta e ogni volta la mia prima reazione è stata il panico. Non me ne vergogno, lo ammetto. Sono fatta così: i cambiamenti mi spaventano.

Sono sposata, aperta alla vita, amo i bambini, economicamente non possiamo lamentarci; eppure, ogni volta, la prima reazione è la paura di fronte alla novità. 

So che una nuova vita viene sempre a cambiare la realtà in meglio. È stato così col primo, con la seconda, col terzo (sebbene sia volato in cielo nelle prime settimane di gravidanze, anche lui ci ha lasciato tantissimo, soprattutto ci ha insegnato che la vita vale sin dall’inizio) e so che sarà così con il quarto (o la quarta) che ho appena saputo di aspettare.

Leggi anche: “October baby” e “Scartati”: un film e un libro per sensibilizzare sul rispetto della vita nascente (puntofamiglia.net)

Se stai provando paura davanti a una realtà che ti supera e ti trascende, sappi che è umano e comprensibile. La paura può assalire anche se le condizioni per accogliere quella vita sono ottimali. Figuriamoci quando le situazioni sono più complicate.

Datti il tempo di vedere la tua ansia trasformarsi in gioia, la tua preoccupazione in “dolce attesa”.

Perchè se il bambino ha bisogno di tempo per crescere in te, tu hai bisogno di tempo per fargli spazio, per rivedere e riformulare i tuoi progetti. Per dire “sì” alla sua vita e mettere da parte qualcosa della tua.

Ci sono donne più pazienti, più propense al sacrificio, più adattabili, altre che fanno più fatica ad accettare che qualcun altro detti loro i ritmi.

Ci sono donne che hanno condizioni più favorevoli di altre per crescere un figlio.

Però, non temere: c’è una mamma nascosta in ognuna di noi. Cercala, la mamma che è in te. E saprai donare la vita, pensando al maggior bene di quella creatura (quanto amore anche nella scelta di dare un bambino in adozione!)

Datti tempo, rifletti, prega. E una strada si aprirà, quella migliore per te e per il tuo piccolo o la tua piccola.

E se invece non sei tu in attesa, ma hai accanto una persona che ha appena saputo di esserlo, mostra tutta la tua vicinanza: da donna che è stata incinta più volte, mi sento di dire che se non ti senti sola, se hai chi ti sostiene, se hai chi condivide con te la gioia e la fatica, se hai chi ti mette nelle condizioni di non sentire addosso tutto il peso, la paura piano piano lascia spazio alla gioia.

È davvero importante avere una rete di persone che non ti facciano sentire isolata, che ti dicano a parole o a gesti: “Ci importa che tu stia bene, questo figlio è tuo, ma sarà un po’ anche nostro, ti aiuteremo”.

Nonni, zie, zii, amiche, amici, colleghi: non fatevi da parte, fatevi avanti. Con discrezione, ma disponibilità.

La reazione e la vicinanza degli altri influiscono tantissimo sulla donna che ha appena scoperto che diventerà mamma.

Ognuno di noi può fare la differenza. Non abbandonate mai una neo mamma, d’altronde si sa: per crescere un bambino, c’è bisogno di un villaggio.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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