HUMANE VITAE

Humanae Vitae, ovvero la splendida avventura della sessualità secondo Dio

Paolo VI

di Cristiana Mallocci

San Tommaso dice che prima del peccato originale nell’Eden il piacere sessuale doveva essere qualcosa di inimmaginabile, alla massima potenza. Vivere la sessualità secondo il piano di Dio è pertanto un’avventura di cui i ragazzi sono stati privati, solamente perché alcuni educatori temono di porsi controcorrente. Proviamo ad esempio a conoscere e proporre con coraggio l’Humanae Vitae.

Volevo rassicurare i convinti detrattori dell’Humanae Vitae. I medesimi che sostengono che ormai è giunto il tempo di aprire nuovamente il dibattito e magari la commissione che vuole ricostruire storicamente persino l’itinerario della genesi e del compimento dell’enciclica di Paolo VI. Tranquilli. Già da tempo i cattolici non solo non si comportano secondo quanto quest’ultima suggerisce e raccomanda (chi di noi non pecca, su un fronte o sull’altro? Il punto, quindi, non è certo questo) ma proprio non ne avvertono più neppure la contraddizione. 

I cattolici nella propria intimità non solo agiscono in buona parte secondo i dettami del mondo, ma sembra che questo non procuri loro alcun problema. Prima e dopo il matrimonio fanno uso significativo di contraccettivi, ai corsi prematrimoniali non solo circa il 90% – statistica alquanto approssimativa – ha una vita sessuale (e, ripetiamo, non è questo il punto), ma non concepiscono proprio un interrogativo. 

Non si tratta di dare colpe, giudizi, dettami o condanne. Perché la realtà è che non intuiscono la possibilità di una bellezza più grande, di un’altra sublime ricchezza. E ciò che dovrebbe invece scuoterci molto, come cristiani, è che la questione non viene neppure sfiorata dalla maggior parte dei sacerdoti. La scusa? “Mi si svuoterebbe il corso per fidanzati”. Lo ha dichiarato più di un prete. L’ho sentito dire io stessa. 

Eppure, penso che si verificherebbe esattamente il contrario. I ragazzi – e magari non lo sanno, appunto! – hanno una fame latente e disperata di autentica grandezza e bellezza, nonché di qualcuno che abbia l’ardire di proporgliela. Poi magari non riuscirebbero a mantenersi pedissequamente fedeli alla proposta, ma ne assaporerebbero la grandezza, si innamorerebbero di una modalità di intendere e vivere la sessualità che non è neanche lontanamente paragonabile a quella che conosce e diffonde il mondo, è una concezione che tiene in massima considerazione la dignità umana e dell’inestimabile valore dell’uomo, della donna e del bambino. 

A tal proposito, consiglio caldamente di leggere e scoprire il meraviglioso compendio della teologia del corpo di Giovanni Paolo II. I suoi benedicenti e fecondi vocaboli introducono ad un mondo di una bellezza immensa, che i nostri pastori hanno il dovere di continuare a proporre, insegnare, custodire ed esplorare. 

Leggi anche: “Siate fecondi”. Dio benedice l’amore coniugale (puntofamiglia.net)

San Tommaso dice che prima del peccato originale nell’Eden il piacere sessuale doveva essere qualcosa di inimmaginabile, alla massima potenza. Vivere la sessualità secondo il piano di Dio è pertanto un’avventura di cui i ragazzi sono stati privati, solamente perché alcuni educatori temono di porsi controcorrente. 

E invece, chi lo ha provato, sa che “catholics do it better!”. 

Dunque, qual è esattamente il senso di riproporre una riconsiderazione sui temi dell’Humanae Vitae? Non credo che il punto sia sulla verità della proposta cristiana.

È, allora, una preoccupazione pastorale? 

La rigidità della Chiesa sta allontanando qualcuno? 

No. Le porte sono già apertissime, i muri sono praticamente sfondati, e non mi pare che questo abbia causato un sovraffollamento nelle chiese, se l’obiettivo che si vuole raggiungere è questo. Non è inseguire il mondo che ci renderà attraenti, bensì rendere ragione della bellezza che qualcuno di noi – pochi, ma molto, molto felici – ha potuto intuire, sperimentare e vivere, perché ha avuto qualche sacerdote o coppia di sposi fedeli ed intrepidi, che gliel’ha annunciata, e questo ha portato a una pienezza e ad una abbondanza di vita, che il mondo mendica e ricerca, con disperata ed inconsapevole ostinazione.




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