Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

19 Aprile 2024

Niente può saziare

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,52-59)
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Il commento

Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (6,51). Le parole conclusive del brano liturgico che ieri abbiamo meditato sono piuttosto scioccanti per gli uditori eppure sono solo la premessa di un insegnamento che diventa sempre più esplicito: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita” (6,54). Per donarci la vita, Gesù offre la sua vita. Queste parole traducono efficacemente la rivelazione che troveremo nella parte conclusiva del Quarto Vangelo: “Io sono la vita” (Gv 14,6). Chi aderisce a Cristo e dimora in Lui (6,56), riceve la sua stessa vita, partecipa alla vita divina. Quella che Dio dona è una vita che non resta confinata nei giorni dell’esistenza ma vince definitivamente la morte: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (6,58). Tutto questo si compie attraverso l’incontro eucaristico.

“Non avete in voi la vita”: lasciamo provocare da queste parole. Vivere non è solo la condizione esistenziale ma l’anelito più profondo. Desideriamo una vita piena. Quello che abbiamo non ci basta. Ma anche se fossimo capaci di riempire la vita di ogni bene, il cuore non sarebbe mai sazio. Gesù rivela che Lui solo può darci la vita senza fine. Nessun altro cibo può saziare, anche la manna che Dio ha dato ad Israele durante l’esperienza del deserto, è solo un annuncio di un altro Pane, quello vero. Nulla può saziare. L’amore umano risponde alle attese ma non può saziare. Gesù afferma che la sua carne è “vero cibo” e il suo sangue “vera bevanda” (6,55): l’aggettivo in questo caso non si oppone a falso ma indica la pienezza, quella che Dio solo può dare. A volte la vita appare piena, ci sembra di avere tutto il necessario. Può essere una piacevole illusione. Quanti sogni, a lungo accarezzati, hanno lasciato il posto alla più cocente delusione! Non c’è pienezza senza Cristo. Al contrario, chi vive in Lui e per Lui, accoglie anche l’esperienza del limite come un invito ad andare oltre. Oggi ripetiamo con il salmista: “Solo in Dio riposa l’anima mia” (Sal 62,2).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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