6 novembre 2019

6 Novembre 2019

Inesauribile fecondità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Il commento

Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre…” (14,26). Questa parola non è rivolta agli apostoli o al gruppo ristretto dei discepoli ma all’intera folla. Evidentemente Gesù non teme di allontanare le persone facendo proposte troppo impegnative,. La traduzione letterale è ancora più sconvolgente: “Se uno viene a me e non odia suo padre…”. Gesù non vuole calpestare il precetto dell’amore ma ricorda l’assoluto primato di Dio. Questa parola riguarda tutti i battezzati, mi piace però applicarlo alla testimonianza dei presbiteri e dei consacrati, chiamati a testimoniare che amare Dio con totalità di cuore non vuol dire disinteressarsi degli altri, tanto meno delle persone a cui siamo legati dagli affetti familiari. Al contrario, quanto più diamo spazio a Dio, riconoscendolo come l’unico Bene, tanto più apriamo il cuore al prossimo. L’amore per Dio è sorgente di una speciale e inesauribile fecondità. D’altra parte, sarebbe ben povera la nostra testimonianza, se non fosse accompagnata dall’amore verso il prossimo. La scelta esclusiva di Cristo non può generare indifferenza o freddezza ma infiamma il cuore di un amore ancora più grande, chi sceglie Cristo e dona tutto a lui acquista quella libertà di cuore che gli permette di amare anche l’altro con totalità.

Dinanzi a un ideale come questo, certamente fascinoso ma anche molto esigente, abbiamo la tentazione di rinunciare prima ancora di cominciare. Le condizioni di partenza non ci permettono di affrontare una battaglia tanto impegnativa. Anche Teresa di Lisieux percepiva l’infinita distanza tra l’ideale evangelico e la sua vita. Ma non si scoraggiava, anzi pregava così: “Desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e ti domando, o mio Dio, di essere tu stesso la mia Santità!”. Colui che chiama non manca di donare la forza per rispondere con totalità. E così ciò che è impossibile per noi diventa possibile grazie a Dio. Oggi chiediamo la grazia di seguire le orme della piccola grande santa di Lisieux.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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