10 settembre 2020

10 Settembre 2020

Un prestito fruttifero

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Il commento

E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (6,31). Queste parole, che Gesù riprende dall’etica del giudaismo, sono poste a conclusione di una serie di insegnamenti sull’amore del prossimo (6, 27-30). Stando alla versione di Matteo (7,12), l’intera proposta morale della Legge e dei Profeti trova qui la sua sintesi più alta. Rispetto alla formulazione dell’AT, il Nazareno propone un’enunciazione positiva: non è più sufficiente evitare di fare agli altri quello che non vorremmo ricevere; è invece assolutamente necessario fare agli altri quello che noi stessi vorremmo ricevere, anche quando le nostre attese vengono disattese. L’amore è una legge che, prima di essere scolpita sulle tavole della Legge, è scritta nel cuore di ciascuno. Se l’uomo desidera essere amato, è chiamato ad amare; se scopre in sé il desiderio di essere compreso nelle sue più intime necessità, è invitato ad accogliere gli altri con benevolenza. Nessuno può e deve accampare scuse, nessuno può dire: non sapevo! Quello che Dio chiede, lo ha già scritto in fondo al cuore.

Queste parole sono sufficienti a delineare un ideale ben lontano dall’essere praticato. Il Vangelo tuttavia va oltre e insiste sulla gratuità dell’amore (6,32) per arrivare a questa conclusione: “Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla” (6,35). Un insegnamento così impegnativo non può essere compreso alla luce della ragione. Solo la fede può darci il coraggio di dare tutto sapendo che ogni gesto di carità è un prestito fatto al Signore. Gesù ci assicura che l’Onnipotente restituirà con gli interessi ciò che abbiamo donato gratuitamente, dice infatti:  “La vostra ricompensa sarà grande” (6,35). A coloro che sapranno dare senza misura, “una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo” (6,38). La fede supera di slancio la semplice filantropia e ci fa camminare nei sentieri dell’autentica carità. È certamente una grazia ma anche una responsabilità. Impegniamoci a tradurre questo insegnamento nei gesti della più nascosta gratuità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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