Tolleranza Nessun velo in classe Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 2 Marzo 2015 Nessun commento su Nessun velo in classe di PUNTO FAMIGLIA Pugno duro del dirigente Aldo Durì del Malignani della Bassa friulana, che – dopo un triste episodio di bullismo – ha emanato una circolare per vietare l’uso del velo alle studentesse musulmane. Circolare ritirata e metodo educativo da rivedere. Due studenti di un istituto tecnico friulano litigano in classe e all’uscita da scuola regolano i conti. Si azzuffano, facendo presto volare sberle e insulti razzisti, poiché uno dei due coinvolti è straniero. La triste vicenda avrebbe potuto concludersi con l’intervento di una figura adulta (insegnanti, dirigente, genitori) per chiarire e mettere pace tra gli antagonisti… e invece, è salita alla ribalta la notizia di un sentimento di islamofobia ed intolleranza, che si annida sempre più tra i giovani, soprattutto a seguito dei recenti attacchi dell’Isis. Viene proprio da sorridere. E non è per cinismo. Chi conosce bene gli adolescenti sa che sanno essere ribelli e vendicativi con tutto quello che non tollerano, a partire proprio dalla famiglia, dai genitori, dall’amico con cui hanno litigato o anche dalla ragazza appena conosciuta al pub. Ma sanno essere anche positivi, propositivi e tolleranti con tutto ciò che viene loro presentato dagli adulti come occasione di felicità e di crescita individuale. Un paradosso, la circolare emanata dal dirigente scolastico del Malignani della Bassa friulana, Aldo Durì, alcuni giorni dopo l’accaduto: «Essendo la scuola italiana laica e indifferente al credo professato dagli allievi e dalle loro famiglie – scrive il preside nella circolare – non sarà accettata, da parte di nessuno, l’ostentazione e l’esibizione, specialmente se imposta, dei segni esteriori della propria confessione religiosa, anche perché essa, in fin dei conti, può essere colta come una provocazione e suscitare reazioni di ostracismo, disprezzo o rifiuto. Tale è, ad esempio, il fazzoletto o velo che copre talvolta i capelli e parte del viso delle ragazze musulmane. Libere di servirsene all’esterno della scuola ma non in classe, anche perché a nessuno è permesso di indossare copricapi nell’ambito dell’attività didattica, come forma elementare di educazione. Anche su queste manifestazioni che mirano a sottolineare e rivendicare la diversità, con l’unico risultato di provocare per reazione l’ostilità dei compagni, sarà massima la vigilanza e nessun permissivismo mascherato da libertaria tolleranza sarà ammissibile» . A quanto pare, vietare il velo alle studentesse musulmane è la soluzione per diminuire i casi di intolleranza all’interno del complesso scolastico. Non possiamo fermarci ad una lettura così semplicistica. Motivo per cui la circolare è stata poi ritirata dallo stesso preside. Io sono cresciuta con un’insegnante che preferì appendere alle pareti della classe un cartellone con queste parole: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Questione di scelte educative. Emanuela Pandolfi Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag scuola, tolleranza, velo ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Cattolici e politica: arriva il manifesto per la pace Eurovision song contest: quando perdiamo la speranza nel bene, andiamo verso il nulla Fatima: l’Amore ostinato ed incondizionato di una Madre Movimento per la Vita Italiano: confermata presidente Marina Casini Roccella censurata: “Spero che i podisti della libertà avranno parole di solidarietà” Aosta. Presunte violenze dei volontari pro-vita e altre mistificazioni della realtà… Prendersi cura: il rapporto medico-paziente e altre riflessioni di Aldo Bova Associazione Meter e l’impegno contro la pedofilia e la pedopornografia Donne, vita, aborto: dal Movimento per la Vita un invito a dialogare Papa Francesco, a Venezia: “Bisogna essere preparati alle sorprese di Dio”