Con le mani in tasca e il cuore triste

di Carolina Rossi

Questa rubrica, curata da Carolina Rossi, psicologa, offrirà uno squarcio sul tempo dell’adolescenza per interpretare attraverso il disegno, i bisogni e i desideri dei giovanissimi e capire in che modo i genitori possono mettersi in gioco.

Romina ha quindici anni e dice di essere in un periodo un po’ oscuro e difficile della sua crescita. Si guarda allo specchio e non si piace, dice di apparire grande come corporatura, ma si sente piccola. Odia il suo “sederone”, i suoi “coscioni”, i “dentoni storti” e i suoi “capelli gialli”. Il suo papà è una persona molto insicura, quasi sempre fuori per lavoro e, quando c’è, è assente dalla gestione familiare. La madre è una persona molto esigente ed oppressiva, tuttavia incoerente sul piano educativo. Romina sa di non essere stata desiderata quando è nata, infatti la sua mamma non voleva altri figli. Il suo disegno esprime tutto ciò ed anche altro. Infatti Romina disegna per prima il suo papà (questo fa pensare ad una tendenza ad identificarsi con il papà), si disegna più vicina al papà (questo esprime la dinamica di allontanarsi da chi le rimanda la sensazione di non essersi sentita voluta), disegna tutti i personaggi con le mani in tasca (evidenziando delle difficoltà nelle relazioni interpersonali), omette dal disegno suo fratello maggiore (evidenziando la rivalità fraterna). L’adolescenza è una fase del ciclo di vita familiare e personale molto complessa in cui l’identità personale si struttura e si definisce ulteriormente attraverso un lungo processo di caotica introspezione, valutazione e ridefinizione dell’appartenenza e dell’autonomia. Quando un figlio ha sperimentato l’insicurezza ed il rifiuto, il processo attraverso il quale in adolescenza approda ad una strutturazione della sua identità si rivela più difficile ed articolato. Già di norma l’adolescente mette in discussione tutto in questa fase, in situazioni simili, ancora di più. Il compito dei genitori? Beh, sicuramente stargli accanto, ascoltarli, provare a capire, interrogarsi o farsi guidare da qualche esperto per capire in che modo si può contribuire a rendere meno difficile questa fase di vita del proprio figlio. La messa in gioco personale dei genitori nei momenti difficili dei figli è sicuramente una grande marcia in più per loro, in quanto consente al “figlio adolescente in crisi” di sentirsi al centro del mondo dei propri genitori e di crescere e muoversi verso l’età adulta con più tranquillità, con la sicurezza di averci alle spalle dei genitori umani, che possono involontariamente imbattersi in degli errori, ma impegnarsi per migliorare e per aiutarlo a crescere ed evolvere più serenamente.




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