Firenze 2015

Nella Famiglia il mistero dell’Uomo vero

Convegno ecclesiale di Firenze

di Giovanna Abbagnara

È la famiglia, la priorità di questo V Convegno ecclesiale secondo Mons. Nosiglia, vescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio di #firenze2015.

Una nuova pagina sta per essere scritta nella storia della Chiesa italiana e lo scenario che fa da sfondo a questo importante evento è Firenze, che si prepara ad essere la culla in cui maturano santi desideri.

Cammino spedita dalla stazione di Santa Maria Novella alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Durante il tragitto mi imbatto in una delle quattro processioni partite da altrettanto basiliche fiorentine. Mi unisco a questo fiume di persone, fatto di vescovi, cardinali, sacerdoti, famiglie, laici. È un immagine molto bella di una Chiesa che si muove, che cammina tra le strade del mondo, in mezzo alla gente che corre, si affatica, che ha bisogno di speranza. Le campane suonano a festa e quel suono richiama alla gioia ma anche alla responsabilità, quella cioè di indicare una strada. E questa via resta, oggi e sempre, Cristo Gesù. È Lui l’uomo nuovo, è Lui la speranza che la Chiesa deve saper donare e vivere.

Un gesto significativo si compie prima di entrare nel Duomo per vivere la Celebrazione di apertura al V Convegno ecclesiale: ciascun delegato convenuto da tutte le diocesi italiane passa attraverso il Battistero di San Giovanni, un tempio pagano convertito al culto cristiano per arrivare alla maestosa austerità del Duomo, alzare con naturalità gli occhi al cielo e contemplare stupiti il Giudizio universale del Brunelleschi nella cupola che sovrasta l’altare. È significativo che il primo segno di questo Convegno sia il ricordo del Battesimo. Il passaggio dalla morte alla vita non è forse un richiamo alla beata eternità verso la quale camminiamo? E se la Chiesa non conduce l’uomo, ogni uomo, ad accogliere l’annuncio, ad abitare responsabilmente la storia per giungere alla gioia della vita senza fine, avrà pienamente realizzato la sua missione?

I giorni di Firenze sono un’opportunità, un’occasione per riaccendere una luce  come quella che si propaga velocemente all’inizio della liturgia. Da un braciere posto al centro dell’altare si accendono tutte le candele di un Duomo in penombra. Entra la luce. È Cristo Signore. La dinamica della notte pasquale ci fa cantare insieme: “Sei tu che rischiari, sei tu che consoli, sei tu che purifichi…”. La preghiera del vespro si conclude con la Prolusione di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e Presidente del Comitato preparatorio al Convegno. “Non siamo qui per predisporre dei piani pastorali, né per scambiarci informazioni, neppure per partecipare a dotte conferenze o a un corso di aggiornamento: lo scopo del nostro appuntamento fiorentino è quello di fare il punto sul nostro cammino di fedeltà al rinnovamento promosso dal Concilio e aprire nuove strade all’annuncio del Vangelo”. Una sfida che l’arcivescovo individua nella formazione di “laici donne e uomini, adulti nella fede partecipi dell’esperienza ecclesiale, nelle comunità, associazioni e  movimenti, saldamente radicati e   formati  alla scuola del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa; laici capaci di proporre e tradurre nei vari campi del vissuto familiare, culturale, sociale e politico, il nuovo umanesimo in Gesù Cristo”. E individua delle aree di impegno su cui maggiormente concentrare l’attenzione in questi giorni.

Il primo ambito individuato dal prelato è la famiglia “soggetta a tante fatiche, e anche ferite, ma sempre ricca di risorse e potenzialità insostituibili. Essa ha bisogno di una accoglienza compassionevole e di un accompagnamento e sostegno della sua esistenza, sia sotto il profilo spirituale che sociale, sottoposta com’è alla forte colonizzazione culturale e ideologica dominante, che privilegia i diritti individuali e la logica del provvisorio, rispetto al bene comune e alla stabilità del vincolo, e orienta i mass-media e la stessa politica ad equiparare ogni unione di fatto etero o omosessuale, al patto stabilmente fondato sull’Istituto naturale e per noi cristiani sacramentale, del matrimonio tra un uomo e una donna, sancito anche dalla Costituzione del nostro Paese”. E Nosiglia aggiunge che: “di fronte al grave problema demografico proprio del nostro Paese e a tante spinte individualistiche, la famiglia resta determinante per una necessaria inversione di tendenza che esalti il valore assoluto della vita. Che futuro può avere il nostro Paese se il diritto alla vita, dal primo istante del suo concepimento al suo naturale tramonto,quale indispensabile dono e compito di una generazione all’altra, non viene considerato  fondamento della società?”. Nosiglia getta un ponte tra il Sinodo sulla famiglia appena concluso e il Convegno di Firenze perché la Chiesa impari sempre di più a considerare la famiglia “soggetto primario di evangelizzazione per promuovere il nuovo umanesimo in Gesù Cristo”.




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1 risposta su “Nella Famiglia il mistero dell’Uomo vero”

se ogni sacerdote pensasse che anche lui come Gesu’ e’ nato in una famiglia. Papa Francesco non fa altro che portare avanti il vangelo della famiglia quando parla della nonna, dei genitori, della sua vocazione del messaggio d’amore che sta annunciando al mondo, della Misericordia di Dio…non fa altro che rendere visibile il Verbo incarnato. Nei sacerdoti, nelle famiglie oggi e’ ancora visibile? Quanti ancora non hanno incontrato il vivente?

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