Perché alzare la voce contro i volontari per la vita? La “lezione” di Pd e M5s…

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(Foto: © Mopic - Shutterstock.com)

Per alcuni politici, offrire alternative all’aborto sarebbe un’offesa alla libertà della donna. I primi a infuriarsi per la proposta di introdurre nei Consultori i volontari pro-life sono stati i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari sociali di Camera e Senato. Cercare di tutelare la vita nascente, per loro, sarebbe “un passo indietro”. E guardano sognanti alla Francia…

Perché alzare la voce e puntare il dito contro il testo di un emendamento al “decreto Pnrr”, su cui il governo ha messo la fiducia il 15 aprile, perché siano introdotti nei Consultori i volontari pro-life?

Possibilità, tra l’altro, già prevista all’art. 2 della legge 194 sull’aborto la quale afferma che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, «possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».  

La proposta era di Lorenzo Malagola di Fdi. Apriti o cielo!

Un atto «vergognoso», l’«ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione», a sentire M5s e Pd.

I primi a infuriarsi sono stati i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari sociali di Camera e Senato: «Viviamo in un Paese in cui il diritto all’aborto, all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire – sostengono -. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’aborto in Costituzione, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni».

Anche il Pd con Silvia Roggiani e Marco Furfaro, responsabile welfare: «Questo governo continua nella sua battaglia contro i diritti delle donne e contro il diritto all’interruzione di gravidanza. Ci batteremo in Parlamento e fuori, a fianco alle associazioni femministe».

Leggi anche: La libertà, tutta la libertà senza sentire ragioni. Abortisti e pro-life a confronto (puntofamiglia.net)

 Mentre Francesco Boccia, capogruppo Pd in Senato, ha criticato il «modo, quasi di soppiatto in un decreto sul Pnrr», con cui «la destra prova ad assestare un altro colpo alla libertà delle donne. Invece di garantire loro servizi e stabilità, scegli d’indebolire luoghi fondamentali con figure appartenenti ad associazioni senza specifiche competenze»

Le competenze i volontari pro-life ce le hanno eccome!

Da anni nel silenzio e nella derisione dei radical chic, sempre più arrabbiati e arrabbiate, hanno aiutato centinaia di donne e i loro figli a vivere, facendo sacrifici enormi e raccogliendo aiuti economici dalle persone, dalle parrocchie e persino dai carcerati e carcerate……

La legge 194 prevede l’aiuto e la possibilità di evitare l’aborto.

Perché impedire a una donna e famiglia povera di evitare l’aborto del figlio per motivi economici?

Le radical chic che alzano la voce in Parlamento sono tutte ricche e benestanti e vorrebbero impedire persino un colloquio di ascolto e vicinanza alle donne che aspettano un figlio e sono preoccupate sul loro futuro per una bocca in più da sfamare e crescere. Questo sì è un atteggiamento crudele e ingiusto: non proporre un aiuto.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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