18 Maggio 2016

18 Maggio 2016

Non ostacoliamo il bene

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,38-40)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Il commento

Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva” (9,38). Contrariamente ad una lettura piuttosto diffusa, questo insegnamento evangelico non contiene un generico invito alla tolleranza, una sorta di volemose bene, un invito ad abbracciare tutti sempre e comunque. È opportuno ricordare che qui si parla di un tale che “scaccia demoni”, cioè s’impegna risolutamente a combattere il male. E vuole farlo in nome di Gesù, oggi diremmo in nome del Vangelo. È vero, non appartiene al gruppo dei discepoli ma è vero anche che nutre simpatia per Gesù, tant’è vero che vuole compiere i suoi stessi gesti. La motivazione di Giovanni è chiara: “Non ci seguiva” (9,38). Ha una visione piuttosto restrittiva, come accade spesso ai neofiti. La risposta di Gesù è netta: “Non glielo impedite” [mē  kōlúete autón] (9,39). L’attuale traduzione ha scelto il verbo impedire, certamente più efficace di proibire. Impedire, infatti, non significa necessariamente bloccare ma anche porre ostacoli, creare difficoltà, non dare lo spazio legittimo. Impedire il bene è un peccato molto grave perché di fatto ostacola il regno di Dio. I discepoli di Gesù sono chiamati a cercare sempre il bene dell’uomo, essi sanno che “ubi caritas et amor, Deus ibi est”. Per questo si aprono con semplicità alla collaborazione con tutti quelli che vogliono fare il bene, mettendo al bando ogni stupida gelosia. La fede chiede ai discepoli di riconoscere che l’azione dello Spirito non resta confinata nella Chiesa ma invade la coscienza dell’uomo. Ma al tempo stesso, e con giusta determinazione, prendono le distanze da tutti i falsi maestri che propongono come un bene quello che è oggettivamente un male. Una cosa è cercare la comunione, sempre e con tutti. Altra cosa è diventare complici del male. “Preferisco contristare un arrogante che truffare un fedele”, diceva con la consueta chiarezza Sant’Agostino (Discorsi 339, 7). Oggi chiediamo la grazia di imparare a intrecciare carità e verità. La chiediamo soprattutto per i ministri della Chiesa che hanno il compito di custodire il popolo di Dio nella verità.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.