Famiglia e lavoro

Mons. Paglia: “Persone, non numeri”

Mons. Vincenzo Paglia

di Ida Giangrande

Per una società equa ed equilibrata c’è bisogno che la cultura del lavoro vinca l’individualismo e metta al centro la persona e la famiglia. Questo in sintesi il discorso di S. E. Mons. Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, all’inaugurazione del Festival del Lavoro, che si è svolto giovedì pomeriggio a Roma.

Quando si slega il lavoro dalla persona e dalla famiglia si colpisce al cuore la società e le relazioni umane. Il lavoro deve essere a servizio della dignità della persona e deve avere un ruolo decisivo nella realizzazione di un equilibrio tra verità della persona, famiglia e società. Il lavoro, ha ribadito il presule: “È senza dubbio decisivo per la dignità della persona, non deve però diventare un idolo sul cui altare sacrificare ogni cosa, ideali e affetti familiari”. Oggi, ha detto ancora Mons. Paglia: “È quanto mai necessaria una cultura che superi quella del semplice assistenzialismo, che si opponga con fermezza al lavoro nero e allo sfruttamento dei più deboli”. Dal presule l’esortazione poi a mettere la questione lavoro al centro della preoccupazione civile rifuggendo, anche nei momenti di crisi: “La tentazione di accontentarsi di condizioni e retribuzioni disumane, prive delle minime condizioni di sicurezza e di legalità”. Nella sua conclusione Mons. Paglia ha fatto riferimento alla famiglia come all’unico vero banco di prova del lavoro esortando a guardare l’esempio di San Giuseppe, padre, lavoratore e ha concluso: “Abbiate uno sguardo capace di vedere nei lavoratori non numeri – ma persone che – attraverso l’esperienza del lavoro collaborano all’opera creatrice del Padre”.




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