Povertà sanitaria

La povertà sanitaria in Italia

farmaco

di Ida Giangrande

Sono quasi 4,6 milioni le persone in Italia che non possono permettersi medicinali necessari come antinfiammatori, antipiretici, prodotti contro tosse o raffreddore quasi 500mila in più rispetto allo scorso anno. Lo rileva il Rapporto 2016 sulla povertà sanitaria promosso dal Banco Farmaceutico onlus.

1 italiano su 3 non può comprare farmaci necessari contro malanni di stagione, febbre e tosse: è quanto emerge dal Rapporto 2016 ‘Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci’, promosso da Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato con il sostegno di Ibsa dall’Osservatorio donazione farmaci di Banco Farmaceutico.  L’indice di famiglie impossibilitate a curarsi è in drammatica ascesa, dal Rapporto infatti si rileva che circa 4,6 milioni di persone nel nostro Paese non sono economicamente in grado di sostenere la spesa medica, circa 500mila in più rispetto allo scorso anno.  I costi dei medicinali rappresentano, per questa parte della popolazione, una voce particolarmente pesante: tra gli indigenti quasi 6 euro di spesa su 10 finiscono in farmaci, contro meno di 4 euro spesi in media. Ed è cresciuta quest’anno dell’8,3% la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali sostenuti da Banco Farmaceutico, per un totale di 557mila persone assistite, il 37% in più del 2015, ma che rappresentano però solo il 12% dei poveri italiani. I numeri del Rapporto 2016 aprono una più ampia riflessione sulla povertà assoluta di molte famiglie italiane, che torna a crescere rispetto agli anni trascorsi, passando dal 5,7% al 6,1%. La mancanza di risorse economiche poi penalizza soprattutto la salute. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie non povere si destina il 4,4% del budget domestico per curarsi, mentre in quelle povere si scende al 2,6%. All’interno di questa spesa, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per comprare farmaci. Ma le difficoltà non sono solo dei poveri: oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico. In 3 anni – indica il Rapporto del Banco Farmaceutico – la richiesta di farmaci è salita del 16%, a fronte del costante aumento degli indigenti assistiti. Gli aumenti maggiori si evidenziano al Nord Ovest (+90%) e al Centro (+84%). La crescita più significativa è tra gli stranieri (+46,7%), i maschi (+49%) e le persone sopra i 65 anni di età (+43,6%). Il Banco offre il suo aiuto soprattutto attraverso i medicinali raccolti nella Giornata di raccolta del farmaco, il 13 febbraio. Nel 2016 all’iniziativa hanno aderito 3.681 farmacie, con una crescita del 10% in 3 anni, anche se nell’ultimo anno se ne sono aggiunte solo 16. Resta prevalente la presenza di farmacie del Nord Italia, che da sole coprono circa i 2/3 del totale degli aderenti. Complessivamente nelle farmacie sono state raccolte circa 354mila confezioni, in crescita nel triennio (+1,4%) ma in sostanziale pareggio rispetto allo scorso anno. Anche la spesa complessiva risulta uguale a quella dello scorso anno (circa 2,3 milioni) con un valore per confezione di 6,4 euro. Campione di raccolta è stata la Lombardia con quasi 103mila confezioni. Come già accaduto negli scorsi anni, anche nella Giornata della raccolta del farmaco le 3 categorie di farmaci più donate sono stati gli analgesici e antipiretici (33,2%), gli antinfiammatori orali (12,3%) e i preparati per tosse e raffreddore (6,8%).




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