Bullismo

Bullismo: un fenomeno che spesso i genitori ignorano

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di Ida Giangrande

Bullismo: un fenomeno in ascesa, protetto da omertà e silenzio. Ben uno studente su tre ha subito atti di violenza fisica o psicologica. È quanto emerge da una ricerca di Skuola.net su 15.268 ragazzi per la campagna educativa itinerante Una vita da social della Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Succede nei corridoi, durante il cambio dell’ora, ma può accadere anche sotto il naso dell’insegnante, mentre è di spalle impegnato a scrivere alla lavagna, i buli strisciano silenziosi sui pavimenti come serpenti, quasi non ti accorgi della loro presenza fino a che non vedi i segni del morso. I dati riguardo al fenomeno sono in continua ascesa, questa volta è una ricerca di Skuola.net a rivelarlo. Su un campione di 15.268 studenti, 1 ragazzo su 3 ha dichiarato di aver subito almeno una volta, atti di violenza fisica o piscologica. È nei primi anni del liceo, i più difficili, che è più facile cadere vittima dei bulli: nella fascia d’età compresa tra i 14 ed i 17 anni i “bullizzati” sono addirittura quasi 2 su 5. Se fino a ieri erano soprattutto i maschi a commettere atti di bullismo, oggi cresce il fenomeno tra le ragazze: 1 vittima su 3 dice di essere stato preso di mira da femmine. Dalla ricerca emerge che i bulli agiscono soprattutto in gruppo (nel 72% dei casi) e tendono a preferire vittime dello stesso sesso. Vale a dire che, tra le vittime intervistate, i maschi sono stati aggrediti in prevalenza da maschi e le ragazze da altre ragazze. Anche il cyberbullismo – cioè il bullismo da web e social- è in crescita, come si vede anche dai più recenti fatti di cronaca. Secondo la ricerca, sono per lo più le femmine e i ragazzi tra gli 11 ed i 13 anni ad essere particolarmente esposti a questo tipo di bullismo. Tuttavia, generalmente gli insulti e le violenze verso i “bullizzati” avvengono soprattutto offline: l’87% delle vittime è stato infatti preso di mira esclusivamente o prevalentemente nella vita reale. Un fenomeno dilagante che viene aiutato dal silenzio e dall’omertà. Una vittima su 3 non ne parla con nessuno. Il motivo è soprattutto la vergogna (30%), anche se in molti non ne parlano perché vogliono soprattutto vendicarsi (24%): la violenza genera insomma altra violenza, e sono soprattutto i maschi ad ammettere di volersi rifare nei confronti del bullo. Sono in particolare i ragazzi tra i 14 ed i 17 anni, quelli più esposti a bullismo, a rimanere nel silenzio. Tra i ragazzi più piccoli, tra gli 11 ed i 13 anni, c’è più propensione a confidarsi con gli adulti (genitori, professori, ecc). In media il 42% delle vittime si confida con i genitori. Neanche chi ha assistito ad atti di bullismo ama parlarne. Uno su 4 è rimasto in silenzio. Il motivo di questa “omertà” è molto semplice: “Mi hanno insegnato a farmi i fatti miei”.

I dati in nostro possesso” – dichiara Antonio Apruzzese, Direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – e la nostra esperienza nelle scuole a diretto contatto con gli studenti, confermano ancora di più quanto il fenomeno sia diffuso tra i minori. Diventa sempre più preoccupante – continua Apruzzese –  il bullismo al femminile che vede coinvolte sempre più minori in gravi episodi di violenza ai danni di coetanee. L’unica arma veramente efficace è un’incisiva campagna di sensibilizzazione e prevenzione per i ragazzi e di formazione informazione per insegnanti e genitori che, spesso sottovalutano il problema“.




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