27 agosto 2018

27 Agosto 2018

Il muro della menzogna

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Il commento

Guai a voi scribi e farisei ipocriti” (23,13). La parola di Gesù è una denuncia severa e senz’appello. L’invettiva contro i farisei si presenta ben strutturata dall’evangelista: sette maledizioni, come sette sono le beatitudini e sette le richieste del Pater. È un linguaggio che sembra poco adatto a Colui che si presenta come “mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Ma è una parola profondamente radicata nella tradizione biblica. Gesù manifesta la collera di Dio e parla come gli antichi profeti che difendono l’alleanza sfigurata dal peccato: “Guai, gente peccatrice, / popolo carico di iniquità! / Razza di scellerati, / figli corrotti. / Hanno abbandonato il Signore, / hanno disprezzato il Santo d’Israele, / si sono voltati indietro” (Is 1,4). Non possiamo leggere solo le pagine che ci piacciono, quelle che corrispondono al nostro modo di pensare. Non possiamo strappare, ignorare o sminuire pagine come queste. Anch’esse dicono qualcosa di quel Dio che il salmista presenta come un giudice che “ogni giorno accende il suo sdegno” (Sal 7,12).

Gesù accusa i farisei di essere ipocriti, cioè di nascondersi dietro il muro delle apparenze. Sono lupi vestiti da pecore. Si presentano come i custodi inflessibili della Legge e invece sono i primi a trasgredirla. Colui che viene nel mondo come Luce che rischiara il cammino dell’umanità non sopporta la menzogna, anzi egli viene proprio per smascherare tutte le ombre. In primo luogo condanna i farisei come coloro che chiudono le porte alla grazia e impediscono anche agli altri di accogliere la salvezza: “chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare” (23,13). È Lui stesso la porta che conduce alla vita. Chi lo rifiuta e lo presenta come un trasgressore della Legge, non solo perde l’appuntamento con Dio ma innalza un muro che nasconde la verità. Gesù si rivolge ai responsabili della comunità, per questo il giudizio appare molto più severo. Oggi preghiamo per tutti coloro che nella Chiesa hanno la responsabilità di aprire le porte della vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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