16 ottobre 2018

16 Ottobre 2018

Fare della vita un segno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Il commento

Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria” (11,39). In questa sezione (11, 37-53) l’evangelista ha raccolto una serie di detti ricevuti dalla fonte che egli ha in comune con Matteo (23, 13-36). Il primo evangelista preferisce articolare l’insegnamento di Gesù in sette “guai” che sono rivolti indistintamente a scribi e farisei. Luca opera una diversa suddivisione in base alla quale tre guai sono riferiti ai farisei e tre ai dottori della Legge. Le parole che Gesù rivolge ai farisei contengono un giudizio molto severo, una denuncia che assume la forma di una vera e propria requisitoria. Le parole di Gesù sono come onde che sommergono le pur buone intenzioni dei farisei. Quando è in gioco la verità, la parola non deve restare nascosta. Senza diplomazia e con parole ruvide Gesù denuncia uno stile, un modo di pensare e un comportamento che non esprime la vera religiosità. La denuncia non è mai fine a se stessa, non serve per demolire una persona, al contrario nasce dal desiderio di indicare la via della piena realizzazione.

Il primo passo da fare è quello di non restare attaccati a una religiosità esteriore. Prima di tradursi nei gesti di una fedeltà esteriore, la fede impegna a vivere un vero cammino di conversione. La prima opera che Dio vuole è il cambiamento della vita, siamo noi il segno visibile della sua presenza. La preoccupazione di osservare fedelmente la dimensione rituale fa dimenticare che il nostro primo impegno è quello di purificare il cuore. Con la sua specifica sensibilità, Luca inserisce qui una salutare provocazione: “Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro” (11,41). Nella misura in cui si libera dai beni materiali, il discepolo impara a seguire il Signore in tutta libertà. È un tema caro al terzo evangelista: la povertà è la condizione della sequela. Come sempre, il Vangelo ci costringe a riconoscere la nostra debolezza ma lo sguardo di Gesù è sempre vestito di misericordia. Con umiltà e fiducia chiediamo oggi la grazia di fare i passi che da tanto tempo egli chiede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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